Utah,  West Coast

Utah on the road. Viaggio da Moab a St.George

Quattro giorni sono il minimo per visitare lo Utah con le sue distese desertiche, i monti, le cittadine e tutti i parchi nazionali che racchiude, tra i più belli d’America. Chi l’avrebbe mai pensato che sarebbe diventato uno dei miei stati preferiti, di una bellezza da togliere il fiato e dalla storia che racchiude che dalla preistoria arriva fino ai giorni nostri. Lo Utah è infatti un territorio abitato da millenni da popolazioni native, il nome stesso deriva da Ute, il popolo nomade che viveva sul territorio. Qui ora vivono nativi e Mormoni, arrivati nel 1800 scappati dalla persecuzione religiosa. Pochissime sono le città come Salt Lake City, tanti i piccoli agglomerati urbani che costeggiano le strade di alta percorrenza. Ma ciò che lo Utah ha da affrire è il suo paesaggio naturalistico, importante, suggestivo e variegato.

Avendo avuto più tempo a disposizione mi sarei fermata più a lungo nella cittadina di Moab. Questa è infatti il punto di riferimento di escursionisti ed amanti della natura, da qui parte ogni tipo di tour per visitare tutte le meraviglie di questo incredibile stato americano. Quando si viaggia on the road il tempo si dilata, si entra in una dimensione dove lo scorrere del tempo non ha più importanza. Ciò che veramente conta è il viaggio, il percorso, la strada. Anche questa volta per Paolo e me è così, un altro viaggio su una delle strade più coinvolgenti degli Stati Uniti d’America. Viaggiando da Moab verso St. George molte sono le curiosità, luoghi d’interesse da visitare e da conoscere su questo incredibile percorso nello stato dello Utah. Vediamo insieme alcune tappe più e meno famose, curiosità e “chicche” decisamente particolari.

Ma chi ha inventato il Hole N” The Rock?

Utah – Hole n” the rock

Arrivati dalla Monument Valley e visitato il picco di Dead Horse Point State Park uno dei luoghi iconici di questa terra. Il posto “del cavallo morto” è un parco statale nella contea di San Juan, con una spettacolare vista sul fiume Colorado e sulle Canyonlands. E’ stato aperto al pubblico nel 1959 e copre 5.362 acri di alto deserto a un’altitudine di 5.900 piedi, quindi quasi 1800 metri di strapiombo dalla cui cima si può vedere lontano, lontanissimo anzi, più di 200 km sulla linea d’orizzonte. Uno spettacolo incredibile, che lasciamo a malincuore per dirigerci verso un altro luogo culto: l’ Arches National Park dove la magia dei nativi è espressa dalla natura in tutta la sua magnificenza e grandezza. Luoghi ancestrali, iconici, da brividi sulla pelle.

Viaggiamo sulla Highway 191 dove a metà pomeriggio troviamo qualcosa di veramente insolito: l’ Hole N” The Rock che si presenta come una roccia enorme con una scritta bianca al centro. Questa è la “cosa” più kitch che si possa trovare qui, ma allo stesso tempo, scatena la fantasia di quelli che come me amano le storie insolite. Letteralmente Buco nella Roccia, è un’attrazione turistica eccentrica, un pò come lo sono gli americani, che genera interesse a chiunque viaggi sulla Highway 191. Nel parcheggio davanti al General Store, c’è un’istallazione dell’artista Lyle Nichols di Palisades, una Jeep creata con materiali di riciclo metallici, ricoperta interamente di vecchie targhe e la particolarità sono le ruote, create con dadi, bulloni, ferri di cavallo, catene di biciclette, forbici e una chiave inglese gigante.

Utah Moab St. George

Tutt’intorno alla grande costruzione di roccia c’è un giardino desertico dove sono collocate alcune “stranezze” tipo un giardino di cactus molto zen, un drago di pietra, un antico sassofono appeso alla recinzione di un piccolo zoo interno dove un cartello dice.: ” Il nostro zoo è progettato per nutrire e interagire con gli animali. La tua visita sarà molto più divertente se avrai un secchio di prelibatezze dello zoo da condividere. Gli animali sono venuti per anticipare e apprezzare le tue prelibatezze!

Scopro che in realtà il Hole n” the rock è una casa, o per lo meno lo era. Scavata nella roccia circa 100 anni fa dalla famiglia Christensen misura più di 1500 mq ed è visitabile. 14 stanze arredate con oggetti stravaganti e moquette a terra, era la casa di una famiglia eccentrica che desiderava vivere qui, in questo bizzarro posto dove si trovano all’interno altrettante bizzarrie. La roccia in cui è costruita si chiama Entrada Sandstone ed è una formazione tipica di questa zona, risalente al Giurassico. A sostegno della famiglia Christensen, Hole N “The Rock fungeva da tavola calda e ristoro per minatori di uranio e gente del posto alla disperata ricerca di momenti di divertimento e liberazione dalle preoccupazioni dovute alla Depressione, al Proibizionismo e alla Seconda Guerra Mondiale.

Oggi è diventata una casa museo, un luogo simpatico ed eccentrico dove fermarsi un’oretta per tutti i viaggiatori della Highway 191.

La Old Spanish Trail, il sentiero spagnolo

La Old Spanish Trail è una antica strada usata per il commercio che collegava il New Maxico alla California passando per il Colorado, lo Utah e il Nevada. E’ lunga circa 2000 km e attraversa praterie sconfinate, deserti, profondi canyon e passi di montagna. Il Vecchio Sentiero Spagnolo, così veniva chiamato, era originariamente percorso da animali, poi dai nativi americani e successivamente da commercianti avventurosi che portavano tessuti e pellicce da Santa Fe per scambiarli con muli e cavalli a Los Angeles, a partire dai primi anni del 1800. E’ un percorso impervio, definito il sentiero più arduo e difficile degli Stati Uniti, attraversa centinaia di miglia verso il centro dello Utah, dall’estremo angolo sud-orientale dello stato attraverso Moab e Green River.

Questa strada storica intreccia molte storie di sopravvivenza nel deserto e fiorente commercio, infatti i sentieri sono stati utilizzati dai cacciatori di pellicce e successivamente dalle ferrovie e dai militari. Prima dell’era moderna, e forse anche oltre, il mezzo di trasporto ideale per percorrere il Sentiero Spagnolo era il mulo. I cavalli sono l’animale più associato al West americano, ma “i muli sono molto più adatti dei cavalli“, dice Bob Leonard, archeologo forestale. Sono più resistenti, hanno pelli più spesse e possono viaggiare più a lungo senza acqua e in questi luoghi non se ne trova tanta. Noi ne abbiamo percorsa una piccola parte, è stata come una magia che ci ha catapultato in quello che un tempo era il famigerato Far West.

utah moab st. george

Se si vuole conoscere in modo più approfondito la storia della Old Spanish Trail è bene fermarsi lungo la SR25 a nord di Johnson Valley e Fish Lake. Ci sono pannelli didattici per conoscerla meglio, circondati da quattro bandiere, ciascuna rappresentante una delle nazioni che ha utilizzato l’Antico Sentiero Spagnolo. E’ emozionante viaggiare su questa strada, vi capiterà se passate da queste parti di farne un piccolo tratto nello Utah. Hanno incominciato ad usare questa via nella seconda metà del 1700 fino a fine 1800 e probabilmente hanno usato i già esistenti sentieri battuti dai nativi americani. Quando viaggerete e vedrete il cartello Old Spanish Trail, pensate a quante carovane, cowboy, sparatorie, esplosioni e carri merci sono passati da qui. Signori, siamo nel West!

La Dixie National Forest e il Red Canyon

Viaggiando sulla strada, da Moab diretti a St.George, passato il Bryce Canyon si incontrano le magnifiche distese di rocce rosse e alberi di conifere della Dixie National Forest di cui il Red Canyon fa parte. La strada attraversa questo immenso parco a pochi chilometri dalla graziosa cittadina di Panguitch. Essendo il parco nazionale del Bryce molto vicino, questa zona è molto simile, come una miniatura. Arrivare qui al tramonto è un vero piacere per gli occhi, i colori sono incredibili e se avete tempo fermatevi in qualche piazzetta di sosta a fare delle fotografie. Il panorama è splendido ed è doveroso passare in auto sotto gli archi di roccia rossa. Siamo sulla Road 70 all’interno della Dixie National Forest.

La Dixie è una foresta nazionale, occupa quasi 8.000 km quadrati e si allunga per circa 270 km attraverso lo Utah meridionale. In queste terre gli estremi delle temperature possono essere impressionanti, in estate superano i 38 °C vicino a St. George, mentre le minime invernali superano i -34 °C sulle cime dell’altopiano, uno dei più alti d’America. Sì perchè la Dixie ha un territorio che varia da desertico, caratterizzato dall’incredibile roccia rossa alla montagna più estrema, ricoperta di conifere. Le distese di alberi si riescono a vedere anche dalla strada: ginepri, pioppi, pini e abeti colorano il percorso rendendo il contrasto cromatico impressionante.

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Passando per Panguitch

Sulla US89 incontriamo Panguitch, una minuscola cittadina abitata da neanche 2000 persone è un altro dei posti strategici dove fermarsi, anche per la notte. E’ in pieno stile western, con edifici in mattoni rossi realmente antichi. Infatti è stata fondata dai mormoni nel 1864 e pare sia una delle cittadine con più densità di edifici storici nello Stato. Qui troverete sicuramente alcuni motel storici, ancora gestiti a livello familiare. Il villaggio ha tutto lo spirito pionieristico del vecchio Far West, tra edifici con insegne in stile e carri ai bordi delle strade. Le attività si affacciano sull’unica strada maestra e il suo fascino rurale la rende una tappa perfetta per passarci la serata e la notte.

St. George e il Tempio dei Mormoni

Arriviamo finalmente a St.George, la nostra meta. Questa cittadina è un punto strategico per chi viaggia, da qui si arriva e si parte per Las Vegas o verso nord, direzione Montana. Tappa utile per chi sta tornando dalla visita al parco dello Yellowstone e ha bisogno di trovare un posto dove dormire prima di raggiungere il Nevada o l’Arizona. Immersa all’interno di un paesaggio dai colori maestosi, circondata da monti imponenti e costoni di pietra arenaria rossa tipici del deserto, tra palme le cui chiome ondulano al ritmo del vento, non stupisce il fatto che St. George è stata nominata da National Geographic, uno dei 50 luoghi più belli in cui vivere.

La cittadina è per lo più abitata da mormoni, nel 1860 cominciarono i primi insediamenti con l’arrivo di Brigham Young, loro capo, che vi giunse per chiedere l’indipendenza economica per i suoi fedeli. Qui ancora c’è una grande comunità mormone e vale la pena fermarsi al Tempio della Chiesa di Gesù Cristo. Impossibile non vederlo, è un edificio di grande impatto, completamente bianco che si staglia altissimo al centro della città. I Mormoni sono la quarta religione degli Stati Uniti, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni nasce nel 1830 a New York per iniziativa di Joseph Smith e si basa sul Libro di Mormon .
Di origine europea i mormoni, o come si chiamano tra loro, i Santi, sono stati obbligati a migrare e lo Stato dello Utah è diventato la loro casa.

Tempio mormone della Chiesa di Gesù Cristo – St. George

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In origine poligami, si sono adeguati alle leggi dei paesi così detti occidentali, diventando monogami. Rimangono comunque sempre delle loro strette idee tradizionali dove al centro c’è la famiglia e i suoi valori, considerano il corpo datogli come dono di Dio e aborrono tabacco, alcool, tè e caffè. Usano una particolare biancheria intima che da una “protezione spirituale” e non è altro che una tuta che copre dal collo alle ginocchia. Alla chiesa, i proseliti danno il 10% dei guadagni annui, è così che si mantiene la Chiesa di Gesù Cristo, attraverso le donazioni.

Ci siamo fermati un’oretta a visitare il tempio, veramente enorme, che si fa notare, in un bel quartiere residenziale nella cittadina di St. George. In una struttura accanto al tempio vengono ricevuti i visitatori che vengono accolti da una statua altissima di Gesù Cristo. E’ possibile indossare le cuffie che in tutte le lingue raccontano la storia del popolo mormone.

Si viene accolti in modo educato e calmo, per loro è importante fare proseliti, quindi sono aperti e decisamente comunicativi. Vale la pena ascoltare la storia del tempio e parlare con un loro “insegnante anziano” che ci ha mostrato dei libri antichi e raccontato alcuni aneddoti. Una bella esperienza, decisamente inconsueta e molto istruttiva.

“Se ci assicuriamo e coltiviamo l’amore degli altri dobbiamo amare gli altri persino i nostri nemici come i nostri amici. Tutto ciò che posso offrire al mondo è un cuore buono e una mano amichevole”.

Joseph Smith (il primo profeta della chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni o Chiesa mormone)

Utah on the Road

Il fuso orario tra Arizona e Utah è molto particolare. Chi viaggia tra queste terre deve necessariamente ricordare che le riserve Navajo in Arizona e in Utah hanno lo stesso orario (se a Moab sono le 8 alla Monument Valley sono le 8), mentre il resto dell’Arizona non applica l’ora legale, per tutto l’anno c’è l’ora solare. Tra i confini della riserva invece troverete l’ora legale. Ciò vuol dire che se in California e Nevada sono – 9 ore rispetto all’Italia, Arizona e Utah sono – 8. Siccome i telefoni e internet non funzionano sempre in queste zone, difficilmente avrete l’ora esatta su qualsiasi dei vostri display. Prima di partire, quando state organizzando il viaggio, guardate già che ora sarà nelle varie vostre tappe e quando arrivate nei pit stop, per essere sicuri, chiedete sempre l’ora.

Abbiamo percorso la strada in un pomeriggio di ottobre inoltrato, mentre il sole era basso, intento ad illuminare con forza le rocce, i campi e le case che incontravamo sul percorso. Qui i paesaggi cambiano costantemente, dal deserto brullo dai colori roventi, si passa in pochi minuti a fitte distese di boschi verdissimi. Poi la montagna, in lontananza, con le sue cime già innevate dava un senso di casa, come se fossi già stata qui e i colori della montagna fossero parte costante della mia esistenza. Tante fattorie che chiamano farm o ranch, dove si vedono pascolare cavalli e neri manzi sonnecchianti, dietro alle lunghe staccionate che delimitano gli acri terrieri.

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Passano le ore sulla strada e neanche me ne accorgo, con la macchina fotografica in mano guardo fuori dal finestrino senza pensare a niente, solo osservando il paesaggio che scivola davanti ai miei occhi, ascoltando il rumore delle miglia che scorrono. E’ in questi momenti che posso finalmente rilassarmi, non devo essere nessuno se non me stessa. La strada che si muove in fretta sotto di me non chiede nulla, mi da solo pace e quella consapevolezza di esistere che poche avventure possono offrirmi. Questa è la mia passione, questa è la mia terapia. Viaggiare mi da gioia, mi appassiona, coinvolge la mente e l’anima, trasportandomi nel mondo che accoglie e mi fa diventare parte di un tutto. E’ così che vorrei sempre essere, allegra, serena, soddisfatta di ciò che ho e di ciò che sono.

Articolo di Lara Uguccioni

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Fonti e citazioni dell’articolo:
medium.com

www.visitutah.com
www.visitutah.com
www.spiritofthewest.com
oldspanishtrail.org

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Eloisa
Eloisa
1 anno fa

La strada è vita, proprio come dici te in tanti articoli che ho letto qui sul tuo blog. E’ magia pura proprio come questa strada, la ricordo bene, è impressa nei miei occhi e nel mio cuore. Grazie Lara di averla raccontata.
Ely

Doretha Hurley
Doretha Hurley
2 anni fa

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I follow you! Greetings from America 🙂 🙂 🙂
Tea

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