Val Jalbert un villaggio fantasma nel cuore del Canada
Ci sono luoghi carichi di una forza antica, dove l’energia dei pensieri degli uomini e donne che li hanno abitati, rimane tangibile e vitale in eterno. Secondo le più antiche tradizioni mistiche originarie dell’antico Egitto, esisterebbe una sorta di “anima della casa” che i romani, cultori delle leggende e della religiosità in tutte le sue sfumature, definivano Genius Loci. Queste erano delle entità benevole che custodivano i luoghi preservandoli nel tempo. Al giorno d’oggi tali credenze sono poco considerate, ma quando si visita località speciali, è spesso facile avvertire e percepirne l’intensità. Una forza senza tempo permea ogni cosa, emettendo sussurri e rumori che possono essere ascoltati solo quando la nostra mente si schiude, facendo entrare “l’uomo della sabbia”, l’immaginario.
Uno di questi siti storici è nitido nei miei ricordi, come un dagherrotipo appena sviluppato. Ne ho scoperto l’esistenza una volta arrivata in Canada, in un tiepido pomeriggio di inizio ottobre. Con i fantasmi di Val-Jalbert ho passato ore intere, camminando tra case abbandonate, dove tra le foglie mosse dal vento, era possibile sentire ancora le risate dei bambini. Ho visitato dimore che al loro interno custodivano oggetti e mobili di un passato remoto, che odoravano di casa e della famiglia a cui erano appartenuti. Passi invisibili sulle scale ripide ci hanno accompagnato nella nostra visita, succede ogni volta che chiediamo un rispettoso permesso, prima di entrare in un luogo apparentemente disabitato.
Val Jalbert Canada
Mi sono trovata a passeggiare in un piccolo cimitero al limitare della proprietà, ben nascosto da sguardi indiscreti, dove le lapidi consunte raccontano le vite dell’antico villaggio di operai. Per arrivare alla vecchia fabbrica, vicino alla cascata, ho attraversato la parte del villaggio devastata dal tempo e dal fuoco. Mi è sembrato di percepire ancora l’esalazione acre degli antichi incendi, mentre l’odore amaro di muffa mi ha costretto a premere il bavero sulla bocca. In quella che un tempo era la cartiera, ho dovuto chiudere le orecchie per l’illusorio frastuono ritmico dei cilindri idraulici, come se le bobinatrici, i rulli in feltro e i nastri trasportatori, stessero muovendo ancora i loro ingranaggi in un moto nascosto e senza fine.
Non c’era nessuno, il villaggio è abbandonato da un secolo, ma io sono certa di non essere stata un attimo sola durante tutta la visita. Accompagnata da custodi silenziosi e attenti, ho varcato la soglia di Val Jalbert, con la consapevolezza che quella sarebbe stata un’unica ed irripetibile esperienza. Così facendo, ho abbracciato lo spirito del luogo che, come preda di un magnifico incantesimo, promuove tutt’ora l’antico senso di appartenenza, nonostante l’abbandono e il passare incessante del tempo.
Il villaggio di Saint Georges de Ouiatchouan
Ci troviamo nella magnifica regione di Saguenay-Lac-Saint-Jean in Québec, Canada. Questa storia ha inizio nel 1901 quando l’imprenditore Damase Jalbert apre una cartiera ai piedi delle cascate di Ouiatchouan per soddisfare la crescente domanda di carta da giornale in America e Gran Bretagna. Non sceglie a caso questa zona, ideale poiché l’energia necessaria per far funzionare i macchinari è prodotta da due cascate sul fiume Ouiatchouan, alte rispettivamente 72 e 35 metri. L’azienda è specializzata nella produzione della pasta di legno, utilizzata per produrre la carta. E’ così che, intorno allo stabilimento, cresce ben presto, un villaggio abitato da operai, maestranze e dalle loro famiglie.
A soli tre anni di distanza dall’apertura però, Jalbert muore e la ditta viene acquistata da investitori americani che pongono le basi per una pianificazione urbana dando in questo modo, vita vera alla piccola comunità. E’ così che il minuscolo insediamento chiamato Saint Georges de Ouiatchouan, diviene una cittadina sempre più ampia e moderna. Conta quattro tipi di abitazioni per i lavoratori, oltre a infrastrutture all’avanguardia per l’epoca come le fognature, gli impianti idrici, elettrici e i servizi telefonici. In tutte le case c’è un bagno con scarichi adeguati, acqua nei rubinetti, luce elettrica in ogni stanza, un vero lusso quindi, per la classe lavoratrice di inizio 1900.
Val Jalbert Canada
L’azienda viene venduta nel 1909 alla Chicoutimi Pulp Company di Julien-Édouard-Alfred Dubuc, che continua lo sviluppo pianificato della comunità. Nel 1913 il paese cambia nome diventando Val Jalbert, in onore del suo primo fondatore. Ampie strade su cui si affacciano le villette bifamiliari, il grande convento adibito a scuola, l’emporio e l’ufficio postale, sono tutti servizi della comunità che rende la vita in questo angolo remoto del mondo, agiata e confortevole. La cittadina industriale si popola così di un migliaio di abitanti, negli anni infatti, la richiesta di pasta per carta continua a crescere, portando Val Jalbert ad una continua espansione nell’accogliere i nuovi lavoratori.
La prima vera catastrofe colpisce Val Jalbert nel 1918 quando, la mortale influenza spagnola, già diffusa in tutto il mondo, colpisce la piccola comunità. Non è questo l’unico problema, verso gli anni ’20 del XX secolo, lo stabilimento entra in crisi in seguito al calo di domanda del prodotto lavorato. Nel 1927 la Quebec Pulp and Paper Mills Ltd. proprietaria dello stabilimento solo da un anno, cessa ogni attività. Sperando in un’inversione di mercato, alcuni operai disoccupati rimangono nelle loro case nonostante la chiusura della fabbrica fino al 1929, quando la società ordina la chiusura delle case e di ogni servizio presente. Tutti, anche il sacerdote locale e le suore insegnanti, presenti sul territorio dal 1915, devono lasciare definitivamente la comunità nel settembre dello stesso anno.
Tra le rovine di Val Jalbert
Espropriato nel 1942 dal governo dello stato canadese del Québec, il villaggio di Val-Jalbert rimane abbandonato fino al 1960, anno in cui viene restaurato e aperto al pubblico. Un’attrazione turistica tra le più visitate nella regione di Saguenay-Lac Saint-Jean, dista 8,5 km verso nord-ovest dal comune di Chambord e 11 km verso sud-est dalla città di Roberval, affacciata sul lago. Ora le diverse costruzioni si possono raggiungere e visitare a piedi o su di un piccolo trenino d’epoca, di cui abbiamo usufruito per fare un giretto nel villaggio. Val-Jalbert vanta in Canada, un patrimonio urbano e industriale nel migliore stato conservativo e dal 1996, è designato sito storico nazionale della provincia del Québec.
Ad oggi il villaggio è composto da 94 edifici residenziali, commerciali, pubblici, oltre alle strutture turistiche, mentre ben 40 sono gli edifici originali. Affascinati dalla storia di questo luogo immerso in uno dei boschi più belli della regione, Paolo ed io ci siamo avventurati alla scoperta delle rovine. Gli edifici sono di inizio 1900, ristrutturati solo in parte o lasciati semplicemente in balia dei capricci del tempo. E’ difficile pensare che queste abitazioni furono le prime, in ambito provinciale, ad essere provviste delle innovative forniture di elettricità e di acqua corrente ad uso domestico. Un tempo celebravano la vita familiare, mentre ora sono cumuli di legna bagnata, ma dall’indiscusso fascino culturale.
Val Jalbert Canada
Dalla spiegazione della guida canadese e dalle tante cose che ho letto in proposito, pare si sappia poco di questa comunità e delle sue famiglie. Ci sono rari aneddoti e tutto il vissuto è circondato di un alone di nebbia remota. Trovavo difficile da capire come un villaggio del genere, così prospero e moderno per l’epoca, potesse essere stato abbandonato. Sono però riuscita a scoprire che la società proprietaria, affittava le case agli operai. Era così molto facile per gli abitanti uscirne senza perdere denaro e per la proprietà, guadagnare e rimpiazzare velocemente mano d’opera nel corso degli anni. Durante la visita è stato facile immergersi nell’atmosfera dei primi anni del 1900. Emozionante immaginare gli uomini che percorrevano le strade per raggiungere il mulino, i bambini che correvano nel cortile della scuola Saint-Georges e le donne intente a spettegolare vicino all’emporio.
Il villaggio abbandonato offre ad un occhio attento innumerevoli spunti per fare degli ottimi scatti, ed io non potevo farmi scappare l’occasione. Adoro l’architettura abitativa e fotografare case diventa un divertimento a cui non riesco a resistere. A Val Jalbert ero nel mio habitat, totalmente immersa nell’ambiente urbano di un secolo fa, tra la natura incontaminata e nel mese dell’anno che più preferisco, ottobre. C’era tutto: mistero, storia, arte, istinto e noi, ancora una volta nel posto giusto al momento giusto. Ciò che apprezzo di luoghi come questo è che si può dare spazio alla fantasia, immergendosi, allo stesso momento, nella storia vera di una nazione in crescita economica.
Dove tutto ebbe inizio: la cartiera
Chi mi conosce sa del mio interesse per la storia e la voglia di imparare e conoscere il mondo attraverso i racconti del passato e a Val Jalbert, i miei sogni sono stati esauditi. Ho già visitato ricostruzioni di villaggi storici come Plimoth Patuxet in Massachusetts, ma mai avevo visto un vero insediamento industriale abitato e poi abbandonato. Il sole è tornato a splendere nella valle e noi partiamo verso il polmone economico di Val Jalbert, la cartiera. Per arrivarci abbiamo preso il trenino elettrico che ogni mezz’ora circa parte dall’ingresso, per fermarsi poi nelle varie tappe d’interesse. Siamo scesi sul largo spiazzo di ghiaia davanti al basso e imponente edificio in pietra. Lo spettacolo che ci ha dato il benvenuto è incredibile, toglie il fiato: una immensa cascata scorre a lato dell’edificio, il suo frastuono è assordante e l’impatto visivo è fortissimo.
La Ouiatchouan Fall è incredibilmente alta e supera in altezza, di ben 22 metri, le più famose cascate del Niagara. Un tempo questo salto d’acqua, rivestiva un ruolo di fondamentale importanza per la cartiera in quanto erano una preziosa fonte di energia. Un vero spettacolo da ammirare, salendo in cima alla collina abbiamo raggiunto, avvalendoci della funivia, la piattaforma che offre una vista privilegiata sulla foresta che circonda la valle e il lago St. Jean. Si può scendere a valle da una scalinata di circa 800 gradini, oppure riprendere la funicolare che parte ogni 5 minuti. Siamo stati fortunati, era quasi il tramonto e a salire sulla cima eravamo in meno di 10 persone, pochissimi considerato che questo luogo è uno dei più visitati del Quebec.
Val Jalbert Canada
Le cascate si possono osservare a distanza ravvicinata su di una piattaforma protetta da pareti di vetro e da altri cinque punti di visualizzazione dislocati in cima a scalinate e sui sentieri attorno. Noi ovviamente siamo andati ovunque, difficilmente capita di vedere questi giganti d’acqua dolce da distanza ravvicinata. La nostra escursione è poi continuata all’interno della fabbrica, entrando tra le maestose mura in pietra dell’ex mulino, dove si rivive la storia della cartiera e di chi ne ha fatto parte. Il tragitto interno è magnifico, tra oggetti d’epoca, vestiti, archivi, fotografie e video, si entra dritti negli avvenimenti di Val Jalbert. Un autentico viaggio nel tempo, dove percorrendo i lunghi corridoi, è possibile sentire l’energia lasciata da tutte quelle persone che erano qui per costruire il loro futuro.
Il percorso termina nel refettorio, ora convertito in un ristorante gourmet dove è possibile gustare una cucina raffinata e regionale. Qui vengono serviti piatti come la soupe aux gourganes, la zuppa di fave, la tarte aux bleuets, la torta di mirtilli o la tourtière réinventée, un pasticcio di carne reinventato con composta di mirtilli. Ovviamente, prima di dirigerci in centro paese, saliamo sulla centrale elettrica, un complesso architettonico nuovissimo ed integrato alla perfezione con la natura circostante. La struttura si affaccia sulle cascate e sul mulino. Nonostante la sua posizione e le sue imponenti dimensioni, il visitatore potrebbe chiedersi dove sia, perché l’edificio è completamente sepolto sotto terra. Gli architetti hanno preservato lo scenario “da cartolina” di Val-Jalbert, valorizzando la natura, infatti il tetto funge da vedetta e, con le sue ampie terrazze vetrate, è l’ideale come set fotografico.
Un salto indietro nel tempo
Quando cammini in un villaggio industriale dei primi 900, ormai abbandonato da anni, ti rendi conto che stai affrontando un’esperienza che difficilmente ti ricapiterà di fare. Questo è un posto che entra nel cuore e prende per mano il visitatore invitandolo a compiere un salto indietro nel tempo per tornare agli anni ’20. Ti addentri nei boschi, percorri sentieri fatti per il trekking e ad un certo punto ti blocchi mentre il cuore perde un battito. Impossibile credere ai propri occhi, a ciò che ci si para davanti. Sì perchè proprio a Val Jalbert è possibile assaporare la natura canadese, rigogliosa ed emozionante soprattutto in autunno.
Numerosi percorsi immersi nel verde, consentono di vivere a tu per tu con il paesaggio circostante, immersi in un meraviglioso parco naturalistico che circonda il villaggio. Aceri rossi, betulle, querce e pioppi conferiscono alla foresta colori allegri e caldi. Non c’è stato bisogno di mettere filtri ai miei scatti, la natura ha fatto tutto da se.
Verso il tardo pomeriggio, di ritorno dalla cartiera, ci incamminiamo sulla via maestra per visitare ciò che è stato restaurato sapientemente del villaggio di Val Jalbert. Si entra così nel cuore del paese, dove la strada è fiancheggiata da botteghe e case che, un tempo, sostenevano economicamente, la piccola comunità. Aperti a tutti coloro che vogliono avventurarsi alla volta di un mondo dimenticato, noi curiosiamo tra gli edifici di legno, entriamo nell’ufficio postale, sede del gossip cittadino, e nell’emporio in cui ci fermiamo a bere un caffè. Le magasin général e il suo favoloso interno, richiama il set dell’ Oleson’s Mercantile, il negozio di proprietà di Neil e Harriett ne La casa nella prateria. Mi sembra di vedere il piccolo Willie uscire di corsa dopo aver rubato le caramelle dal vaso di vetro sul bancone.
Val Jalbert Canada
Alcune costruzioni sono state trasformate in B&B, dove potersi fermare la notte ed assaporare al meglio la magia del luogo. Mi hanno detto che le camere sono confortevoli e spaziose e presentano un perfetto mix di autentici materiali d’epoca con uno stile raffinato. Ornamenti antichi e immagini del villaggio si fondono perfettamente con i dettagli moderni, sarebbe da provare l’esperienza. Deve essere meraviglioso rimanere nel villaggio dopo la chiusura, quando i turisti sono partiti e ogni cosa si ferma nuovamente in un tempo lontano. Passeggiare soli al tramonto, vedere la cascata con la luce della sera, mangiare al magnifico ristorante, è sicuramente un’esperienza che vorrei fare. E poi chissà, potrei non sentirmi così sola, infondo i fantasmi tengono compagnia.
Continuando il nostro giro per il paese, in ogni momento bisogna essere pronti a rivivere piccole scene di vita quotidiana, perchè un pò ovunque, si trovano personaggi in costume sempre pronti a scherzare e a condividere gli aneddoti del villaggio. Entrare nell‘ufficio postale è come visitare un vero museo, sono raccolti tantissimi oggetti e lettere originali, appassionante per chi come me ama tutto ciò che odora di passato. Leggere nomi e indirizzi di persone realmente esistite è sempre commovente, come se una parte della loro essenza ti si attaccasse addosso nel momento stesso in cui vieni a conoscenza della loro esistenza.
Val Jalbert Canada
Val Jalbert Canada
Sicuramente l’edificio più scenico e d’immediato impatto visivo, è il Saint-Georges, il convento adibito a scuola immerso in un giardino magnificamente curato. Qui è possibile entrare ed esplorarne l’interno, percorrendo gli ampi corridoi, entrando nelle classi e nella cappella, per poi salire le scale per arrivare agli alloggi. Qui vi sono diverse mostre nel corso dell’anno, noi abbiamo visto quella dedicata a quadri moderni e antichi, che ritraevano proprio il villaggio. Un’incredibile patrimonio architettonico quello di Val Jalbert, dove nulla è lasciato al caso. Il restauro è stato fatto magnificamente e in ogni stanza del convento, in ogni angolo delle abitazioni, si percepisce come questo è stato un luogo felice, anche se abitato per poco tempo.
Gli elementi che ne definiscono il carattere e l’unicità sono i prodotti di fabbricazione, ad esempio l’utilizzo del legno come materiale da costruzione e rivestimento per tutti gli edifici. L’uso della pietra è invece esclusività del complesso della cartiera, una fabbrica innovativa per l’epoca in cui è stata fondata. Visitare Val-Jalbert è anche, in un certo senso, un dovere alla storia, un viaggio nella memoria per comprendere meglio la vita di inizio secolo in Canada. Il nostro passato, a qualunque paese apparteniamo, è una ricchezza e il villaggio di Val-Jalbert è un gioiello da scoprire. La storia è custode della nostra provenienza e origine.
Val Jalbert Canada
Studiarla appaga la sete di conoscenza e da una risposta alle nostre domande, ci aiuta a capire chi siamo, perché spiega l’origine del contesto quotidiano e della nostra cultura. Ma maggiormente importante è l’essere curiosi di scoprire anche il passato del resto del mondo, di altre terre e popoli. Noi apparteniamo ad un unico pianeta e conoscere altre culture, è la vera ricchezza per umanità. Oggi più che mai, dobbiamo capire che sono proprio le differenze che avvicinano i popoli come le lingue, la gastronomia, le tradizioni, la musica fanno parte di un patrimonio inestimabile che appartiene a tutti noi. Sono convinta che imparare ad apprezzarle e comprendere l’importanza e la ricchezza dell’interculturalità, è il motore dello sviluppo senza il quale non esisterebbe la pace.
Articolo di Lara Uguccioni
Foto di copertina: RADIO-CANADA / MIREILLE CHAYER
Fonti:
www.valjalbert.com
wikipedia.org
ripleybelieves.com
Questo racconto è davvero affascinante e questa è proprio il tipo di esperienza che vorrei fare io durante un viaggio in Canada.
Sì è stata un’esperienza insolita, fuori da ogni circuito turistico solito. Anche a me sono questi i viaggi che mi piacciono 🙂
una splendida finestra su un luogo impregnato di storia e mistero…dall’atmosfera malinconica e suggestiva. Mi sembra un’esperienza emozionante, viene di certo voglia di vivere questo angolo di Canada, in prima persona
E’ stata una vera esperienza intensa ed affascinante, mi sono trovata lì per caso e non mi aspettavo tutta quella energia.
Adoro questi luoghi abbandonati, in cui il tempo sembra essersi fermato e tutto profuma di storia! Deve essere stata una bellissima esperienza visitare Val Jalbert!
Sì è un posto fuori dai soliti itinerari, molto suggestivo.
Adoro adoro adoro questo luogo, la cascata è spettacolare, veramente bellissima e la vecchia cartiera è proprio suggestiva. Tutto il villaggio fantasma è molto pittoresco e immagino che sia stato molto interessante visitarlo. Grazie per avermelo fatto conoscere!
Grazie a te Claudia di essere passata qua e di aver capito la bellezza decadente di questo meraviglioso luogo. Un abbraccio!
Cionvolgente e bello il tuo racconto di viaggio fra questi centri abbandonati, ma bellissimi! La Natura pi, avvolge il Canada più di molti altri luoghi nel mondo! Mi hai fatto venire una gran voglia di tornarci!
E’ veramente bello il Canada, anche io ci voglio tornare, magari questa volta ad ovest.
A me piacciono molto questi luoghi abbandonati! Certo che ha una storia molto travagliata. Non deve essere stato facile per gli abitanti abbandonare le proprie case. Meno male che ora questo villaggio sia visitabile e che la sua storia venga raccontata. Un luogo fastasma di grande fascino!
Sì è molto affascinante, poi intorno ha una natura incredibile, per me ne è valsa davvero la pena andarlo a visitare.
Non mi prendono molto le città fantasma e infatti pur essendo stata in zona non l’ho visitata, però devo dire che se propabilmente avessi letto il tuo racconto prima forse avrei cambiato idea, brava ci hai trasportato benissimo nella storia del luogo
Grazie Arianna che bel complimento che mi fai! Averti fatto cambiare idea è una vittoria per me, vuol dire che ho raccontato bene l’atmosfera di questo luogo 🙂
Non ho mai visitato una città fantasma, ma mi piacerebbe molto perché hanno un fascino incredibile! Adoro le leggende che aleggiano su questo tipo di Borghi
Anche io amo le leggende Paola, mi affascinano molto e non ho paura dei fantasmi! ehheheh
Oltre alle foto bellissime, complimenti per la descrizione molto coinvolgente! Non so che effetto mi farebbe camminare in una località di questo tipo, ho visitato una città fantasma in California ma questa mi sembra molto particolare!
Grazie mille, sono felice ti siano piaciute le mie foto, il soggetto era stupendo, non ho fatto nessuna fatica 🙂 quello che volevo rendere con le immagini era l’atmosfera, spero di averla resa bene.
Devo ammettere che i luoghi fantasma mi inquietano molto, sia per la loro decadenza sia per le leggende che spesso affollano questi luoghi come veri e propri spiriti. Val Jalbert però ha atmosfera quasi famigliare e calda, sembra incarnare serenità in qualche modo.
E’ vero Eliana, è tutto tranne che inquietante te lo assicuro. E’ un villaggio ancora vivo e vitale, nonostante non ci abiti nessuno, ma è sempre pieno di gente e curato benissimo.
Oltre alle foto che sono davvero meravigliose e significative, ho adorato il vostro tour in questa cittadina, proprio il genere di luoghi che piace visitare anche a me!
Grazie Sara 🙂 è un posto veramente bello, poi a noi piace andare a curiosare dappertutto eheheh
Attraverso questo tuo racconto ci hai fatto fare davvero un enorme salto nel tempo. Ma che meraviglia ! Mi è sembrato di ripercorrere insieme a te il tuo percorso di quella giornata.
Grazie Libera, sono felice ti sia piaciuta nostra esperienza da piccoli esploratori 😉
Io lo trovo assolutamente affascinante. Sarebbe una località perfetta per me direi…che amo le leggende e i borghi che sembrano celare sempre qualche segreto. Grazie della dritta, sicuramente una tappa insolita per chi visita il Canada.
Si in effetti non c’erano italiani all’orizzonte. E’ un luogo per nulla conosciuto da noi italiani, lo trovo speciale 🙂
Sono estremamente affascinata dalle città fantasma, anche se per certi versi possono essere inquietanti. Ne ho visitate alcune negli Stati Uniti, in Namibia e in Italia, ma di questa non avevo neanche mai sentito parlare!
E’ così Teresa, nemmeno io ne avevo mai sentito parlare, in Italia non lo conosce praticamente nessuno!
Ma questo posto fa proprio al caso mio! Sono certa che me ne innamorerei all’istante perché ci sono tutti gli ingredienti perfetti: storia, natura e un pizzico di mistero. Come dici tu, ci sono certi posti dove si respira ancora l’energia delle persone che lì hanno vissuto, anche se è passato tanto tempo. Dormire nel B&B sarebbe il massimo, anche se l’idea può essere un po’ inquietante.
Eheheh forse un pò inquietante, ma pare che si fermino a dormire in parecchi, nonostante i prezzi decisamente altini delle camere. Io per una notte proverei l’esperienza 🙂
Wow, questi luoghi antichi carichi di storia e di mistero mi affascinano sempre molto! Oltre a portarmi indietro nel tempo stimolano molto la mia immaginazione. Se poi sono immersi in una natura così selvaggia tanto meglio! Bellissimo itinerario!
Sì Valentina è stato un bellissimo itinerario, il Canada regala paesaggi incredibili, di così belli non ne avevo visti neanche negli States. Val Jalbert è un posto veramente unico.