Viaggiare mi manca. Riflessioni di una viaggiatrice
E’ passato un anno dal primo lock-down, da quando qualcuno ha detto al mondo intero che le frontiere sarebbero state chiuse, gli aeroporti svuotati dalle milioni di speranze che da lì passavano, ogni singolo giorno. Come un brutto sogno, ho pensato che il momento sarebbe finito, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, è un vizio che mi accompagna da tutta la vita. Ho disdetto un aereo, due alberghi, un transfer, 4 tour e ho aspettato, con la speranza in testa e un passaporto in mano. Trascorrevano i giorni, le settimane e in una girandola di pensieri, i ricordi dei miei viaggi iniziavano a farsi sempre più vivi nella testa.
Ho riaperto i file delle fotografie, ho preso in mano i biglietti aerei, i vecchi voucher, trovato nei cassetti le penne depredate come trofei negli hotel, aperto mappe spiegazzate conquistate nei visitor center, calamite e adesivi comprati qua e là in giro per il mondo. Troppe cose e troppi pensieri per farceli stare tutti in una sola testa. Allora ho incominciato a scrivere, ho deciso di non voler dimenticare nulla delle mie esperienze, qualora non sarei potuta ripartire a breve, e così è stato. Dovevo rivivere quei momenti e trasformarli in parole, per non lasciarli andare. Potevo portare sulla tastiera quelle sensazioni che mi accompagnano in ogni viaggio, quella adrenalina che inizia a farsi sentire quando decido la prossima meta.
Viaggiare mi manca. Riflessioni di una viaggiatrice
Scrivere per vivere, per rimanere lucida e non ammalarmi, perché per alcuni, in questo anno passato, la depressione è stata ed è ancora dietro l’angolo. Ma non per me, che un pensiero fisso ce l’avevo, quello di tornare a viaggiare il prima possibile e nel mentre, potevo scrivere e ricordare, di nuovo sorridere e piangere con il mio bagaglio di ricordi che poteva solo crescere, una riga dopo l’altra.
Voglia di viaggiare
Viaggiare mi manca. Mi mancano quelle levatacce nel mezzo della notte, quando Paolo ed io dobbiamo partire per andare a prendere un nuovo aereo. Le valigie pesanti giù per le scale, il bacio alla mamma e le carezze ai gatti a cui raccomandiamo inutilmente di fare i bravi. Quei caffè terribili in autogrill, mentre guardiamo l’alba in autostrada, ogni volta con stupore, come se non l’avessimo mai vista prima. E poi l’arrivo in aeroporto, la fretta di depositare i bagagli, la fila estenuante per il check in, e quelle attese, lunghe, lunghissime ad aspettare l’apertura del gate per l’imbarco. Mi manca guardare le nuvole fuori dal finestrino dell’aereo, i pasti freddi serviti da un personale sempre gentile e sorridente e mi manca anche il bambino che fa i capricci due file più in là mentre io cerco disperatamente di schiacciare un pisolino.
Voglio abbracciare il tipo davanti che tira giù il sedile mentre mi sto guardando la fine di un film sul piccolo schermo in economy class, mentre sento a malapena l’audio nelle cuffie sgangherate che mi hanno dato in dotazione alla partenza. Mi manca perdermi tra le strade di una città che non ho mai visto, trascorrere le giornate con perfetti sconosciuti che alla fine del viaggio, sono diventati i miei migliori amici. E quelle colazioni nelle tavole calde, tra pan cake poco morbidi e sciroppi d’acero troppo dolci. Mi sembra di sentire la cameriera che mi chiede se voglio altro caffè, mentre mi passa davanti un tizio con in mano una scatola con dentro 10 donuts calde e profumate, forse le sta portando ai suoi colleghi in ufficio.
Viaggiare mi manca. Riflessioni di una viaggiatrice
Voglio stupirmi ancora quando entro in un supermercato americano dove ogni santa volta mi meraviglio del fatto che lì è tutto big, mentre cammino tra le migliaia di prodotti che vorrei comprare, perché con me le loro strategie di vendita funzionano benissimo. Mi manca il grande nord e l’oceano affacciato sulle scogliere a strapiombo. Le strade, i panorami infiniti del West, i cieli che sembrano più alti ed immensi paragonati a quelli italiani, che invece sono bomboniere dipinte da un immaginario pittore realista. Voglio correre dietro un autobus che non posso perdere, calcolare al volo il tasso di cambio valuta per capire se sto pagando troppo il paio di stivali che desidero comprare da quando ero adolescente.
Mi manca viaggiare perché è la cosa che più mi rende felice nella vita, che mi fa sorridere per ore senza motivo, che mi emoziona a tal punto da piangere davanti a una distesa di sabbia rossa e roccia millenaria. Mi manca l’emozione di esserci e soprattutto, scoprire me stessa durante il percorso. Voglio sentire quell’eccitazione del “cosa mi aspetta domani”, la scoperta, vedere con i miei occhi quello che ho studiato per anni sui libri e girare la ghiera dell’obiettivo che inquadra il soggetto mentre dico a Paolo:” Vedrai, questa foto sarà bellissima!”.
Viaggiare mi manca. Riflessioni di una viaggiatrice
Ma d’altra parte sono grata per questa mancanza, per la consapevolezza che arriva solo nel momento in cui qualcosa ti viene tolto e capisci che averlo avuto è stato importante. La fortuna che mi è stata concessa è enorme, l’agiatezza, la privilegiata sicurezza di una vita benestante che mi sono conquistata e mi permette di comprare un volo aereo senza pensarci troppo. Forse ci voleva una pandemia per riuscire a fermarsi e riflettere un pò, perchè come ogni essere umano moderno anche io vado sempre troppo di fretta. Oggi mi sento consapevole, dico grazie a chi mi ha dato tutto questo, a chi mi ha permesso di studiare, di conoscere il mondo, di avere una mente aperta senza paura delle differenze.
Anzi, quelle diversità le cerco, le bramo, le adoro e non ne posso più fare a meno. A qualcosa questa immobilità è servita, più di quanto credessi e sperassi perché nella difficoltà si cresce. Ma nonostante tutto, io l’amore non lo comando e quello che provo quando viaggio è amore puro e mi manca come l’aria che respiro. Ma se saremo destinati l’uno all’altro ci rincontreremo, smetterai di mancarmi e tornerai ad appartenermi. Così il viaggio rincomincerà, tornerò a respirare e potrò prenotare un nuovo aereo per venirti, nuovamente, a ritrovare.
Articolo di Lara Uguccioni
Il periodo del lock down è stato terribile da tutti i punti di vista, ma per un viaggiatore è stato tremendo. Io lo ricordo come un incubo, sono lieta di aver potuto ricominciare a viaggiare, ma mi sento comunque defraudata delle possibilità di vedere il mondo che il Covid mi ha tolto.
E’ stato un periodo davvero strano, mi auguro sia solo un brutto ricordo, quelli che sbiadiscono con gli anni.
Adesso che siamo tornati a viaggiare è come tutto cambiato, forse è solo una mia impressione ma mi sento così. Vorrei essere più positiva e spero che il tempo mi aiuti a riacquistare la serenità di prima. Bellissime parole!
Cherry
Ciao Lara,
ti seguo e leggo spesso i tuoi articoli. Questo in particolare mi ha colpita, sono anche io una viaggiatrice, non ho mai messo su carta quello che provo, ma nelle tue parole ho ritrovato tutta l’emozione che ho nel cuore quest’anno. E’ esattamente così, quello che hai scritto credo sia tutto quello che noi viaggiatori sentiamo sotto la pelle, mi hai emozionato molto. Grazie per aver espresso così bene le mille emozioni che abbiamo dentro.
A.
Copio e incollo 🌍
Ah come ti capisco … brawa!!!! E veramente scritto benissimo. Condivido tutto.
Grazie mille del complimento Nusia 🙂 se anche tu sei una viaggiatrice come me capisci perfettamente il mio stato d’animo. Per me il viaggio conta molto, un pò come l’aria che respiro. Non mi serve una bella macchina, un vestito firmato e tanti oggetti inutili in casa, vorrei solo tornare a viaggiare. Un abbraccio!
Grazie a te Alice, è sempre bello sapere che ci sono persone che ti comprendono e provano i tuoi stessi sentimenti. Adesso quel periodo è solo un brutto ricordo, spero rimanga tale!