New York, una sfera del tempo nel Titanic Memorial
Era la sera del 18 aprile 1912 a New York quando a Chelsea stava per attraccare, come di consueto, una nave carica di passeggeri in arrivo dalla lontana Europa. Il Pier 54 era uno dei tanti moli lungo la sponda occidentale del fiume Hudson, atti a soddisfare le esigenze degli enormi transatlantici che arrivavano qui all’inizio del XX secolo. Era una struttura funzionale, da un indiscusso fascino visivo, con un tetto ad arco ed un grande portale che gli conferivano una certa eleganza. Quella in arrivo però non era una nave come le altre, si trattava della RMS Carpathia, con a bordo i sopravvissuti del disastro del Titanic. Quest’ultimo sarebbe dovuto arrivare al molo 59 il 16 aprile dove era prevista una grande festa. In quei giorni c’erano state molte storie controverse ed errate scritte sui giornali della città, riguardanti il numero delle persone salvate.
New York Titanic
Una addirittura affermava che la nave era stata danneggiata e poi rimorchiata ad Halifax, in Nuova Scozia, così che la reale entità del disastro non fu evidente fino a quando i sopravvissuti arrivarono a New York. Ad Halifax qualcosa del Titanic arrivò veramente, ma furono i corpi senza vita dei passeggeri e dell’equipaggio, poi sepolti al Fairview Cemetery. Il 17 aprile infatti, il Cable Steamer Mackay-Bennett salpava dal porto della città con un ministro, un becchino e un carico di ghiaccio, bare e sacchi di tela. Arrivato sul posto il 20 aprile, trascorse cinque giorni a svolgere il suo triste compito. L’equipaggio recuperò 306 corpi, 116 dei quali vennero seppelliti in mare. Il 26 aprile, il Mackay-Bennett ripartì per Halifax con 190 corpi a bordo.
Fu così che quella sera di aprile sbarcarono, sul molo della Cunard Line, 706 sopravvissuti, accolti da una numerosa folla che li stava aspettando terrorizzata. Al molo 54 dei Chelsea Piers c’erano duemila persone in attesa, rimaste per giorni sulla banchina, tra scene di panico, notizie contrastanti e speranze. I naufraghi scesero infreddoliti, con i volti cerulei a causa del freddo intenso patito. Nessuno sa con certezza cosa provassero i cittadini in attesa sulla banchina, di certo ansia e orrore per la tragedia. L’atmosfera sicuramente non era di festa, quel che è certo è che nel vederli alcuni piansero dalla gioia, mentre altri tornarono a casa senza più la speranza di riabbracciare i loro cari.
Giganti del mare
All’inizio del 1900 il commercio transatlantico di passeggeri era altamente redditizio, con linee di navi in competizione per il trasporto di ricchi viaggiatori e di chi desiderava una vita migliore. Si contendevano le navi più veloci due società, la Cunard con sede a New York e la White Star, di proprietà di armatori britannici. Quest’ultima decise di fare un passo avanti nel settore, ideando un piano per costruire un transatlantico di grandi dimensioni, noto più per l’estremo comfort che per la velocità. Decisamente un’idea controcorrente che pubblicizzata, fece scalpore in quell’epoca modernista che dava importanza al progresso, ottenuto in qualsiasi maniera possibile. Era il 1909 quando due navi “di lusso” vennero costruite fianco a fianco in un cantiere appositamente allestito, in grado di accogliere le loro dimensioni senza precedenti. Se messe in verticale, sarebbero state alte quanto l’Empire State Building.
Le navi gemelle erano l‘Olympic e il Titanic, in gran parte disegnate da Thomas Andrews, ingegnere famoso per i suoi progetti innovativi. Oltre alle decorazioni e ai minuziosi ornamenti, il Titanic presentava un immenso salone da pranzo nella prima classe, ben quattro ascensori e una piscina. Le sue sistemazioni di seconda classe erano paragonabili alle caratteristiche di prima su altre navi mente la terza classe, sebbene modesta, si contraddistingueva per il relativo comfort. L’Olympic e il Titanic , una volta completati, divennero i transatlantici più grandi e probabilmente più lussuosi del loro tempo. Pur non potendo competere in velocità con altre navi transoceaniche come la Lusitania e la Mauretania, avevano suscitato grande clamore per il lusso senza precedenti.
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Il progetto definitivo prevedeva 16 compartimenti stagni dotati di porte che potevano essere sigillate dal ponte. Se le navi si fossero allagate, sarebbero comunque rimaste a galla, così diceva la White Star descrivendo questi giganti del mare, come praticamente inaffondabili.
Dopo il completamento dello scafo e della sovrastruttura principale, il Titanic fu varato il 31 maggio 1911. Iniziò quindi la fase di allestimento da parte di Andrews, con il caricamento dei macchinari sulla nave e l’inizio dei lavori interni. Dopo il viaggio inaugurale dell’Olympic nel giugno 1911, furono apportate lievi modifiche al design del Titanic. Andrews teneva molto che tutto fosse perfetto, sia a livello stilistico che per la sicurezza dei passeggeri. All’inizio dell’aprile del 1912 il Titanic affrontò le prove in mare, dopodiché la grande nave fu dichiarata idonea alla navigazione. Il Titanic si preparava a intraprendere il suo viaggio inaugurale: era una delle navi più grandi e opulente del mondo intero, lungo circa 269 metri e largo circa 28,2 mt.
Il 10 aprile 1912, il Titanic salpò da Southampton, Inghilterra, per il suo primo viaggio, con arrivo a New York previsto entro 7 giorni. Il comandante a bordo era Edward J. Smith, chiamato “Millionaire’s Captain” perchè molto conosciuto tra i passeggeri di spicco. Considerato uno dei più esperti capitani al mondo, era colui che aveva comandato anche il viaggio inaugurale del transatlantico gemello Olympic, poco meno di un anno prima, compiuto sulla stessa rotta. Pianificò che quello del Titanic sarebbe stato il suo ultimo viaggio dopo una carriera durata oltre 30 anni. In una sua celebre dichiarazione, Smith affermò di non riuscire a immaginare alcun tipo di evento avverso che potesse accadere ai nuovi transatlantici, poiché la tecnica di costruzione era andata ben oltre gli incidenti che si potessero allora immaginare.
New York Titanic
Sul transatlantico più grande del mondo si imbarcarono più di 2.200 persone, di cui 1.300 passeggeri. Molti si erano prenotati su altre navi in precedenza, ma erano stati dirottati sul Titanic a causa di uno sciopero nelle forniture di carbone. In seconda classe viaggiava il ceto medio, insegnanti, impiegati, commercianti, mentre in terza classe erano stipati numerosi emigrati provenienti da tutta Europa ed oltre. Ad aiutarli c’erano diversi traduttori che facevano parte dell’equipaggio. Nella prima classe c’era un certo numero di persone di spicco tra cui l’uomo d’affari americano Benjamin Guggenheim, padre della famosa Peggy e Isidor Straus con sua moglie Ida, fondatori del grande magazzini Macy’s di New York. E ancora Molly Brown, una socialite americana il cui marito era diventato ricco nel settore minerario.
L’immobiliarista John Jacob Astor IV era anch’egli sul Titanic, all’epoca valeva 87 milioni di dollari, quando incontrò il suo destino sulla nave che affondava. Lui e sua moglie incinta, Madeleine, prenotarono un viaggio di ritorno negli Stati Uniti, per assicurarsi che il loro bambino nascesse in America. Molti altri nomi di spicco sono legati indissolubilmente al transatlantico, alcuni scamparono alla tragedia, altri persero la vita. Lo stesso Thomas Andrews si imbarcò, il progettista, che voleva rilevare di persona eventuali problemi della sua creatura. Chi invece all’ultimo momento decise di non affrontare il viaggio scegliendo un’altra nave, fu Guglielmo Marconi, famoso scienziato e inventore della radio senza fili usata proprio sul grande piroscafo.
Un riflesso del lusso datato 1912
L’interno del Titanic è stato spesso paragonato ad un albergo galleggiante, contenente alcuni dei migliori esempi di artigianato e design d’interni visti in un transatlantico fino ad oggi. La grande scalinata chiamata The Grand Staircase, mostrava un livello di opulenza degno di una famiglia reale, sicuramente mai visto in nessun’altra forma di viaggio dell’epoca. Era situata sotto una bellissima cupola che dava un’eccellente illusione di luce naturale a qualsiasi ora del giorno, mentre il fulcro era un pannello intagliato contenente un orologio. I passeggeri scendevano le scale per entrare nella sala da pranzo di prima classe o prendevano i modernissimi ascensori. Il regista James Cameron nel suo film Titanic del 1997, ha fatto di tutto per garantire l’accuratezza della grande scalinata, riproducendola fedelmente ed usando i materiali originali come il massello di rovere.
La ricostruzione delle scenografie e degli interni è l’unica cosa che ho amato del film, perchè il Titanic di James Cameron sfoggiava un set davvero spettacolare, ricostruendo quasi a figura intera la famigerata nave. Uno dei set interni più impressionanti è stata la ricreazione proprio della Grand Staircase, la zona più famosa del Titanic. In effetti la scalinata, come menzionato da uno del personale della troupe cinematografica, ha finito per recitare quasi come un vero personaggio, essendo la location di diverse scene cruciali, inclusa quella finale. Una curiosità è che la scalinata presentata nel film è leggermente più grande di quella della nave reale. La ragione di ciò era perché le persone nel 1912 erano più basse di quanto lo siano oggi, di conseguenza, la scala è stata ingrandita per far sembrare gli attori più piccoli.
New York Titanic
Il Bridge Deck era il ponte più alto del Titanic, così chiamato perché lì erano immagazzinate le scialuppe di salvataggio e offriva l’unico vero spazio aperto sulla nave. I signori di prima e seconda classe potevano passeggiare, riposare sulle panchine, giocare a quotes, lanciando spessi anelli di metallo e perdersi in tranquilla contemplazione guardando il mare. I passeggeri di terza classe facevano la loro passeggiata sul ponte B poiché non erano ammessi sul Bridge Deck. Il ponte di coperta era una piattaforma simile a un ponte di poppa tuttavia, i passeggeri di terza, erano obbligati a condividere questo spazio con merci e attrezzature. Durante la progettazione del Titanic, sono state aggiunte funzionalità completamente nuove per i ricchi ospiti, che non erano mai state viste prima.
A bordo c’era la maggior parte dell’élite della società edoardiana che poteva usare una palestra all’avanguardia, bagni turchi esclusivi per soli uomini decorati con piastrelle in stile arabo e comode poltrone, dove i signori potevano riposare. Le sale pubbliche di prima classe comprendevano un salone da pranzo, una sala da ricevimento, un ristorante, un salotto, una sala di lettura e scrittura, una fumatori e la veranda del Cafe Parisien. Questa era una zona pranzo alla moda che ricordava i cafe boutique della moderna Parigi. Sul ponte Promenade A, i passeggeri di prima, potevano usufruire inoltre del Verandah Café e del Palm Courts. Le grandi finestre, i mobili in vimini, i tralicci, le piante in vaso e i pavimenti a scacchi di queste stanze, davano l’impressione di essere nella campagna inglese.
New York Titanic
The Reading and Writing Room era una stanza progettata esclusivamente per le signore di prima classe, dipinta di bianco e arredata molto elegantemente. C’era un enorme vetrata a bovindo che permetteva di affacciarsi sul Promenade Deck e ardeva intenso un grande fuoco nel camino, che aggiungeva calore alla stanza “del gossip“. Si potrebbe continuare all’infinito descrivendo l’immenso piroscafo, che aveva come punto di forza la sala da pranzo, dove venivano serviti piatti multietnici, con ingredienti freschi e raffinati. La nave vantava diversi punti di ristoro, come i ristoranti à la carte e una caffetteria, dove era possibile mangiare a qualsiasi ora. Il cibo sul Titanic era considerato di alto livello, rifletteva il lusso e l’opulenza che voleva ostentare il proprietario Bruce Ismay, anche lui passeggero.
Leggendo i diversi menu si capisce quanto fosse ovvia la differenza tra le varie classi. Ai passeggeri di prima erano riservate selezioni di formaggi, buffet di pesce, carni alla griglia e prodotti prestigiosi per l’epoca. Poi c’erano i viaggiatori di seconda classe, ai quali veniva servito un solo tipo di pesce cotto al forno, agnello, tacchino, riso, frutta e verdura. Loro però avevano il privilegio di avere anche il caffè nel menu, bevanda totalmente inesistente nei pasti dei passeggeri di terza. La sala da pranzo del ceto medio, era decorata in stile Luigi XVI e aveva pannelli di quercia a scorrimento. Dopo cena le signore si separavano dai mariti per ritirarsi nella biblioteca, mentre quest’ultimi si ritrovavano a fumare e parlare in un’ala a loro dedicata.
New York Titanic
La stanza delle signore di seconda classe era ottimamente arredata con mobili in mogano, una libreria, grandi finestre e tende di seta che donavano un’atmosfera accogliente. Le cabine di seconda erano molto simili a quelle standard di prima classe, dotate di lavabo e vaso da notte, tutto progettato per ospitare al meglio la nuova e fiorente classe media americana. I passeggeri di terza classe si dovevano accontentare di un’esperienza culinaria meno lussuosa, ma pur sempre accettabile. La sala da pranzo di terza era sul ponte G e ospitava fino a 324 persone, servendo un menù semplice, con piatti come porridge, stufati di manzo e patate.
Una storia vera che ancora oggi commuove il mondo
«Era una notte stellata. Non c’era luna e non avevo mai visto le stelle brillare più fulgide; sembrava che volessero staccarsi dal cielo. Era una di quelle notti in cui ci si sente felici di essere al mondo»
Jack Thayer – sopravvissuto, autore di un pamphlet di memorie dal titolo “The Sinking of the S.S. Titanic”
La sera del 14 aprile 1912 il Titanic iniziò ad avvicinarsi ad un’area nota per la presenza di iceberg, già segnalati agli operatori radio a bordo, da molte altre navi. Fu per questo motivo che il comandante Smith modificò leggermente la rotta, pur mantenendo però un’elevata velocità, concordata con Ismay, direttore della White Star. C’era infatti la possibilità di arrivare a New York con un giorno di anticipo, fatto che avrebbe avuto un incredibile ritorno pubblicitario per la compagnia. Una serie di sventurate coincidenze però, come la mancanza di binocoli per le vedette, la notte buia e il mare insolitamente calmo, permisero la collisione fatale. Alle 23.40, ora della nave, le vedette videro ad occhio nudo, un iceberg che si stagliava a poche centinaia di metri a prua. Il Titanic iniziò così la fatale virata scoprendo il fianco, la montagna di ghiaccio era troppo vicina per evitare la collisione.
Il lato di tribordo della nave sfregò contro l’iceberg, almeno cinque dei suoi presunti compartimenti stagni verso prua, vennero rotti. Dopo aver valutato il danno, l’ingegnere Andrews capì subito l’entità del disastro: il Titanic sarebbe affondato. Subito furono inviati i segnali di soccorso e il Carpathia si diresse immediatamente verso il transatlantico, pur trovandosi a circa 3 ore di navigazione. Mentre si fecero tutti i tentativi utili per cercare navi vicine di soccorso, le scialuppe di salvataggio vennero varate, con l’ordine di imbarcare prima donne e bambini. Sebbene il numero di scialuppe superasse quello richiesto dal British Board of Trade, le sue 20 barche potevano trasportare solo 1.178 persone, ben al di sotto del numero totale dei passeggeri.
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L’imbarcazione numero 7 fu la prima a lasciare il Titanic, conteneva solo 27 persone, sebbene avesse spazio per 65 naufraghi. Alla fine di quella lunga notte, solo in 700 si sarebbero salvati grazie alle scialuppe di salvataggio, in 6 furono invece tirati fuori dalle acque gelide. Dalle testimonianze dei superstiti, gli unici segnali dell’impatto che si percepirono in prima classe, furono il tintinnio dei lampadari di cristallo e qualche oggetto caduto a terra. La terza classe invece sentì un rumore sordo, profondo, mentre i fuochisti, più vicini allo scafo divelto, parlarono di un rumore “assordante di ferraglia”. Furono loro a rendersi conto per primi dello squarcio nello scafo:
“Si sentì come uno scoppio di arma da fuoco e l’acqua cominciò a scorrere intorno. Ci gorgogliò tra le gambe e noi ci precipitammo con un balzo nel compartimento successivo chiudendoci alle spalle la porta stagna. Non pensai, e nessuno lo pensò in quel momento, che il “Titanic” sarebbe potuto affondare“.
Inizialmente gli ospiti di prima e seconda classe, non capirono la gravità della situazione, mentre quelli di terza furono inviatati a rimanere nei loro alloggi. Il clima era apparentemente sereno, la serata procedeva nel salone, mentre nelle sale comuni continuava ad essere servito caffè e cognac. Mentre i passeggeri aspettavano di salire sulle lance, i famosi musicisti del Titanic, che quella sera suonavano nella lounge di prima classe, si trasferirono sul ponte della nave. Alcuni riportano che, guidati dal violinista Wallace Hartley, fecero musica fino a pochi minuti prima dell’inabissamento e c’è chi ricorda che l’ultima canzone eseguita fu Nearer My God to Thee. Quest’ultimo è un inno cristiano che parla di speranza: “più vicino a te mio Dio, più vicino a te”. Sia i sopravvissuti americani che quelli britannici ricordano chiaramente di averlo sentito.
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“Molte cose coraggiose furono fatte quella notte, ma nessuna fu più coraggiosa di quelle fatte dagli uomini che suonavano, minuto dopo minuto, mentre la nave si sistemava silenziosamente sempre più in basso nel mare. La musica che suonavano sembrava il loro requiem immortale ed era, allo stesso tempo, il loro diritto di essere ricordati sulle pagine di fama immortale “.
Testimonianza di un passeggero di seconda classe
Non è un caso che a questi valorosi musicisti sono dedicate numerosi articoli, c’è da chiedersi quale fosse il loro carattere, il rigore a cui erano abituati. Quando tutto intorno era panico e dolore, continuarono a suonare, rimanendo al loro posto durante tutta l’agonia dei passeggeri. Era ovvio che non c’erano abbastanza scialuppe di salvataggio, molti sarebbero morti, era la fine e stava iniziando la discesa negli abissi, l’ultimo frastuono mortale. E’ questo il momento di maggiore commozione per me quando rivivo con la mente questa tragedia storica, l’attimo della consapevolezza, dell’accettazione e dell’onore.
Forse per molti non fu chiaro ciò che stava realmente accadendo, ma per altri, in quei momenti di musica vivace e terrore puro, la mente deve essersi improvvisamente rischiarata, riportata ad una tragica ragione. Sicuramente i musicisti sapevano cosa stava accadendo, ma decisero di rimanere al loro posto. Inutile dire cosa successe poi, verso le 2:18 le luci del Titanic si spensero. Poi la nave più lussuosa e grande del mondo si spezzò in due, con la prua che andò subito sott’acqua. I rapporti in seguito ipotizzarono che le ci vollero circa sei minuti per raggiungere il fondo dell’oceano.
La poppa invece si adagiò momentaneamente nell’acqua prima di rialzarsi, diventando infine verticale. Rimase brevemente in quella posizione prima di iniziare il suo tuffo finale, mentre centinaia di passeggeri e membri dell’equipaggio finirono in mare. Alcune scialuppe di salvataggio tornarono indietro a recuperare i superstiti, ma pochi a quel punto, erano ancora vivi a causa dell’intenso gelo delle acque.
Passeggeri titanici
Tra le vittime influenti c’è John Jacob Astor e sua moglie Madeleine. Secondo alcuni testimoni Astor si aggrappò al lato di una zattera, ma il suo corpo si congelò a causa delle temperature sotto lo zero, si lasciò andare e affondò negli abissi. Quando i soccorritori recuperarono il corpo, gli trovarono addosso, 2.400 dollari in contanti. La leggenda narra che l’ingegnere Thomas Andrews è stato visto l’ultima volta in piedi nella sala fumatori di prima classe a guardare un dipinto di Plymouth. Molti resoconti di testimoni oculari affermano invece che assistette attivamente donne e bambini nelle scialuppe, lanciando sedie in acqua da usare come dispositivi di galleggiamento. Il suo corpo non fu mai stato identificato.
Benjamin Guggenheim si imbarcò sul Titanic con il suo staff e la sua amante, la cantante francese Léontine Aubart. Al momento dell’impatto dormiva e non si rese conto della gravità delle circostanze. Successivamente aiutò lo staff e Léontine a salire nella lancia n. 9, rassicurando la domestica, “Ci rivedremo presto, domani il Titanic ci sarà ancora”. Dopo aver realizzato che non c’erano più scialuppe di salvataggio, Guggenheim e il suo cameriere Victor Giglio tornarono nella loro cabina e si vestirono con gli abiti da sera. I due uomini entrarono nell’area della Grande Scalinata e pare che qualcuno li sentì dire:. “Noi ci siamo vestiti al meglio e siamo pronti a scendere come signori”. Sia il corpo di Guggenheim che quello di Giglio non furono mai recuperati.
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Personaggi di spicco sul Titanic erano i coniugi Isidor, proprietario con il fratello della catena newyorkese Macy’s e Ida Straus. Di origine tedesca naturalizzati statunitensi, dopo 40 anni di matrimonio, la coppia aveva deciso di trascorrere l’inverno del 1911 in Europa, insieme alla famiglia. Nel momento di fare rientro in America, uno sciopero del carbone dirottò la prenotazione sul Titanic, segnando per sempre il loro destino. Quella fatidica notte, Ida fu chiamata per sedere su una scialuppa assieme alla sua cameriera Ellen, ma non volle lasciare il marito sulla nave. Nessuno riuscì a persuaderla e, lasciata la sua pelliccia ad Ellen, salì nuovamente sul ponte. I coniugi Straus furono visti per l’ultima volta sul ponte lance, abbracciati. Entrambi morirono nel naufragio alle 2:20 del 15 aprile, quando il Titanic affondò definitivamente. “Non voglio separarmi da mio marito. Come abbiamo vissuto insieme, così moriremo, insieme”.
New York Titanic
Molly Brown era nota per i suoi cappelli appariscenti e una personalità a dir poco affascinante. Mentre godeva della sua ricchezza, trascorse la vita a donare, sostenendo i diritti delle donne, dei bambini e l’importanza dell’istruzione. La leggenda dice che dopo la morte, il mondo l’avrebbe ricordata come “l‘inaffondabile Molly Brown”, per il coraggio riportato nel bel mezzo del disastro del Titanic. La Brown infatti aiutò i sopravvissuti a salire a bordo delle scialuppe di salvataggio durante l’evacuazione. Salì a sua volta sulla n.6 nella quale si trovavano solo 20 donne e i due membri dell’equipaggio. La Brown, interpretata da Kathy Bates nel film del 1997, avrebbe litigato con il Maggiore per tornare verso i detriti della nave a cercare di recuperare i sopravvissuti.
Per quest’ultimo era troppo pericoloso avvicinarsi al vortice creato dall’inabissamento, ma la paura fondata che i naufraghi potessero aggrapparsi alla scialuppa rovesciandola, non fermò Molly che prese in mano la situazione. Afferrò un remo e incominciò a vogare, spronando le altre donne a fare lo stesso. Minacciò di gettare in mare il timoniere e il suo equipaggio: fu così che prese la guida della scialuppa n.6. Una volta salva sul Carpathia, Molly Brown aiutò l’equipaggio con i soccorsi, sapeva molte lingue, cosa che le permise di sostenere chi aveva perso i propri cari. La sua umanità fu subito riconosciuta portando il suo nome alla ribalta. In vita usò questa popolarità e la sua ricchezza, per riformare le condizioni della classe operaia della nazione americana.
Remember the Titanic
Mentre i newyorkesi piangevano la perdita dei propri cari, hanno immediatamente incanalato il loro dolore nella costruzione di memoriali, il ricordo fisico di un disastro che non ha lasciato praticamente traccia. Sono passati più di 100 anni da quel giorno, ma tra le strade di New York ci sono ancora gli echi di quella assurda strage. A Central Park, a nord della porta degli ingegneri tra la 91esima strada e la Fifth Avenue, si trova il memoriale di William T. Stead. Era un giornalista britannico che, a quanto si dice, salvò eroicamente altri prima di morire a bordo del Titanic. Il monumento fu eretto nel 1920 e presenta un ritratto di Stead affiancato da un cavaliere e un angelo.
Nel giugno del 1912 fu progettato un memoriale per onorare i filantropi Isador e Ida Straus vicino alla loro casa nell’Upper West Side. Nel 1913 si tenne il concorso per aspiranti scultori e la vincitrice fu la ninfa pensierosa di Augustus Lukeman. La città amava questa coppia e a loro dedicò lo Straus Park, sotto la statua è inciso un brano del Vangelo: “amabili e piacevoli erano nella loro vita, e nella loro morte, non furono separati”. L’ultimo patto d’amore della coppia è stato descritto nei film riguardanti l’apocalittico affondamento: in Titanic, latitudine 41 nord del 1958, in Titanic del ’53, nel film tv S.O.S. Titanic del ’79 e in un cameo, in Titanic di James Cameron. Se ci si fa caso, appena si entra ai grandi magazzini Macy’s, sulla parete c’è una commovente targa commemorativa “le loro vite furono bellissime e le loro morti, gloriose“.
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Il South Street Seaport è la casa di moltissimi tesori nautici ed è anche la sede di un memoriale alla tragedia nautica più importante del ventesimo secolo. Titanic Memorial Park è un piccolo parco all’ingresso di questa parte del porto di New York. Il fulcro del parco è un faro bianco alto circa 18 metri, datato 1913, un tempo funzionante sulla sponda dell’East River. Fatto erigere grazie all’insistenza e alla caparbietà di Molly Brown, originariamente il faro si trovava in cima al Seamen’s Church Institute. Finanziato da JP Morgan, il faro era dotato di una sfera del tempo che ogni giorno dal 1913 al 1967, scendeva dal palo per segnalare mezzogiorno alle navi nel porto. La timeball, come la chiamano gli americani, è un dispositivo segna-tempo.
Formata da una grande sfera di legno o metallo, veniva lasciata cadere in un momento prestabilito per consentire ai navigatori al largo, di verificare l’impostazione dei loro cronometri marini. Già nell’antichità, come si può studiare anche nella storia dei Greci, una pallina veniva fatta cadere nelle piazze principali delle città, per scandire le ore. Le stazioni delle più moderne sfere del tempo impostavano i loro orologi in base alle osservazioni di transito delle posizioni del sole e delle stelle. Ora ne esistono pochissime, per lo più diventate attrazioni turistiche, ci ricordano un passato neanche troppo lontano, dato che la sua invenzione, così come la conosciamo oggi, risale all’Inghilterra del 1829.
New York Titanic
Nel 1968 il Seamen’s Church Institute si trasferì e quell’anno, il faro fu portato nella sede attuale. Ora viene ricordato come Titanic Lighthouse e anche se non tiene più il tempo, nessuno di noi dimenticherà mai la storia del Titanic. Sono d’accordo con lo storico e scrittore Claudio Bossi che ha dedicato una vita allo studio del Titanic, quando dice che l’interesse che ancora suscita questo relitto, è dovuta al fatto che poco o nulla si sa di quella notte. Conosciamo tutto della nave e dei suoi occupanti, ma per quanto riguarda l’affondamento, tutto si basa sulle testimonianze forvianti e annebbiate dei sopravvissuti, come spesso sono i ricordi. Supposizioni, cospirazioni, frammenti, forze avverse, malasorte, sono tutte incognite che difficilmente verranno risolte. Nella verità sull’affondamento del Titanic solo la punta dell’iceberg è stata toccata. Scusate la freddura.
Articolo di Lara Uguccioni
Fonti e fotografie:
www.novascotia.ca
www.smithsonianmag.com
www.nytimes.com
www.cinemablography.org
www.titanic-titanic.com
www.wikipedia.org
Alcune foto sono dell’archivio dell’Enciclopedia Britannica: www.britannica.com – alte si trovano sul web e sono di pubblico dominio
Un articolo davvero attuale dopo il disastro del Titan, disastro che ci deve far riflettere su come ancora tantissimi siano attratti dalle sorti sfortunate di questa nave e dei suoi passeggeri. Personalmente mi ha sempre spaventata molto la storia del Titanic, sicuramente complice il film di Cameron che vidi a 9 anni la prima volta. Mi inquieta davvero moltissimo pensare a quei poveri disgraziati inghiottiti dal mare per sempre…
Ciao Eliana, a me la storia del Titanic mi ha sempre incuriosito ed affascinato, ancora prima di quel film che è troppo patinato per i miei gusti, perchè credo che le cose siano andate in maniera decisamente più orribile. Le storie di tutte quelle persone, l’epoca, i costumi, le frivolezze e la grandiosità di quella nave ancora mi fanno sognare.
A South Street Seaport sono passata davanti al Titanic Memorial, ma non sapevo che fosse un vero faro e che servisse per segnare il tempo. Grazie per aver raccontatato così bene la storia del Titanic.
Grazie a te Marina di essere passata di qua 🙂
articolo interessante perchè mi ha fatto riflettere sulla storia di New York e sulla sua importanza come luogo di memoria e riflessione.
NY ha un sacco di storie da raccontare, così tante che ci vorrebbe un libro per riassumerle tutte
Sono una di quelle che ama la storia del Titanic. E sicuramente hai perfettamente ragione quando dici che molti misteri devono essere ancora portati a galla. Sarà anche per questo che il Titanic ha tanti “proseliti”?
Sicuramente Mimi, le storie misteriose suscitano sempre tanto interesse, soprattutto se vorticano intorno a fatti reali.
Sono stata sempre affascinata dalla storia del Titanic, tant’è che quando sono andata a Belfast, non mi sono lasciata scappare l’opportunità di andare a visitare il museo, che sorge proprio lì dove il transatlantico è stato costruito. È stata una visita davvero interessante.
Ma che bella opportunità Libera! Non sapevo del museo di Belfast, devo segnarmelo che vorrei tanto vedere qualcosa che riguarda il Titanic
La storia del Titanic mi ha sempre appassionato, e ogni qual volta io legga o veda qualcosa in tv a riguardo, penso sempre che ancora oggi la sua storia sia servita a ben poco. Il lusso tuttora acceca più della solidità.. e pur di far vedere lo stato di grazia in cui si vive si perde il senso dell’obiettivo, della praticità. Il Titanic applicato alla vita.
Ciao Annalisa, pochi giorni fa, ho visto un bellissimo documentario sul Titanic. Un ingegnere navale ha detto che proprio “grazie” all’affondamento, l’ingegneria ha imparato tanto e si è evoluta nell’evitare quei fatali errori commessi. A qualcosa è servito, se così si può cinicamente dire, ma come dici tu, siamo nell’Era di un Titanic Word, oggi come ieri poco è davvero cambiato.