A Salem. Hawthorne e una casa dai 7 abbaini
Indice
- Tra realtà e finzione letteraria
- Oscuri anfratti e inconfessabili segreti
- Il libro “The House of Seven Gables” inizia così…
- Direzione: The House of Seven Gables
A pochi passi dal centro, nella zona del vecchio porto di Salem, si trova una costruzione che non passa inosservata neanche al più inesperto dei turisti. In tipico stile coloniale del New England, si vede già dall’esterno che questa non è una tipica dimora della metà del 1600. La sua particolarità è la grandezza della costruzione e i sette abbaini che svettano appuntiti verso il cielo, dando allo spettatore una caratteristica percezione di leggerezza. L’abitazione ha un nome leggendario, che rievoca mistero e superstizione: The House of Seven Gables, La casa dei sette abbaini, conosciuta anche come Turner-Ingersoll Mansion. Passeggiando nei villaggi più antichi del New England, è consuetudine incontrare costruzioni risalenti al 17° secolo.
Proprio qui a Salem, Massachusetts, ci sono case chiamate del “Primo Periodo“ risalenti al 1600 e ancora perfettamente intatte.
L’architettura che le contraddistingue è spesso caratterizzata da un tetto a falde ripide e da un camino centrale. Questo stile coloniale è fortemente associato al New England, in particolare ai primi coloni europei che arrivarono in Nord America e che costruirono case lungo tutta la costa. Per gli amanti dell’architettura, il New England è quindi un vero paradiso. Qui si possono ammirare da vicino forme ed espressioni architettoniche che non troveremo mai nella nostra Italia. Visto superficialmente, lo stile dei primi coloni è rustico e massiccio, ma guardando l’architettura delle costruzioni residenziali più da vicino, si nota bene la fragilità dei materiali e la minuzia con cui queste comunità se ne prendono cura ancora oggi.
Tra realtà e finzione letteraria
Questa meraviglia architettonica si trova in una posizione favolosa, il suo giardino, recintato da un vecchio steccato di legno, si affaccia sul mare proprio davanti al wharf. Costruita nel 1668 per il Capitano John Turner I, rappresentante di una delle più importanti famiglie marinare del New England, la casa dai 7 abbaini è una tra le più vecchie costruzioni in legno del Massachusetts. Il capitano Turner era un mercante facoltoso che trasportava merci, come legname e merluzzi, nella zona dei Caraibi per scambiarli con molluschi e prezioso zucchero. Commerciava anche con l’Inghilterra portando a Salem manufatti tessili. Realizzò una grande fortuna e fu così che decise di far costruire la sua magione sul porto della cittadina. Passarono decenni di ricchezze, ma sul finire della rivoluzione, il nipote del capitano perse tutte le sostanze dei Turner.
La casa venne venduta ad un’altra importante famiglia dell’epoca: gli Ingersoll. Anch’essi mercanti, vissero nell’epoca d’oro, dopo la Rivoluzione del 1775, quando il porto di Salem si espanse e divenne uno sbarco internazionale per navi e grandi mercantili. Dopo la morte del marito, la signora Susanna Ingersoll visse ancora per lungo tempo nella casa, portando avanti la storia di questa magnifica magione e delle due storiche e interessanti famiglie. Ma ciò che ha reso famosa questa dimora non solo a Salem, ma nel mondo, è ben altro. Un mistero antico aleggia tra le sue mura che custodiscono una storia macabra e soprannaturale. Solo Nathaniel Hawthorne, iniziatore della letteratura gotica americana assieme ad E.A.Poe, poteva raccontarcela nel suo libro La casa dei sette abbaini.
Nathaniel Hawthorne e la casa dei 7 abbaini
L’autore inizia la storia da ancor prima che la casa fu costruita, quando al suo posto c’era solo un magnifico terreno su cui poggiava la baracca di “un uomo qualunque“: Matthew Maule. Con il passare degli anni, la proprietà diventò ambita ed appetibile agli occhi delle famiglie più illustri della città. Era la fine del 1600 e fu così che lo spietato colonnello Pyncheon, dopo una lunga battaglia per cacciare il povero Maule, rivendicò il terreno dicendo che gli era stato dato in concessione dal Governo. Il pover uomo non cedette tenendo testa al colonnello, non voleva giustamente lasciare la sua casa e la sua terra. Di lì a poco, Pyncheon usò l’accusa di stregoneria contro Maule che venne incolpato ed impiccato.
Dal patibolo l’uomo sferrò la sua maledizione al colonnello, che nonostante l’anatema, edificò sull’ambito terreno, la sua nobile dimora. Con la costruzione della residenza prese vita anche la maledizione: le mura divennero la dimora del fantasma del povero Maule. Con il passare degli anni, altre presenze aleggiavano tra le stanze “… l’orrifico ritratto del colonnello Pyncheon per sua volontà non poteva essere tolto dalla parete; nel giardino abbandonato, gli unici fiori del giardino incolto sono quelli piantati da un’altra Pyncheon, la giovane Alice, morta in tragiche circostanze: la maledizione di Maule aveva regnato indisturbata tra le mura della casa. “ Così ci descrive la casa la Critica Letteraria.
Oscuri anfratti e inconfessabili segreti
Ovviamente questa storia è frutto di pura fantasia. Anzi, di una fantasia arguta, minuziosa ed ironica che caratterizza tutta la produzione letteraria del magnifico scrittore Nathaniel Hawthorne che, assieme ad Edgar Allan Poe, Herman Melville e Mark Twain, è il più importante narratore statunitense dell’Ottocento. Nato a Salem nel 1804, frequenta la casa dei sette abbaini già dall’infanzia, perchè la signora Ingersoll, la proprietaria, era sua zia. Ne conosce perfettamente il fascino, la bellezza dei giardini e i suoi passaggi segreti nelle stanze dal soffitto basso e dalle pareti spoglie. L’ambiente in cui cresce è molto simile a quello raccontato nei suoi libri, Salem è ancora pervasa da quella rigida creanza portata nel Nuovo Mondo dai puritani di religione calvinista.
La famiglia esercitò in lui un influsso determinante che segnò tutti i suoi scritti e solo il trasferimento a Boston e la frequentazione di altri intellettuali, lo aiutarono ad aprire la mente e a staccarsi da quel problema morale della “colpa” con cui aveva convissuto. Gli scritti di Howthorne sono impregnati di fragilità e sofferenza, quella umana, comune a noi tanto quanto agli uomini del passato. Descrive le fragilità umane con sorprendente profondità, penetrando nell’animo con una chiarezza mai confessata fino ad allora. Tra gli anfratti oscuri e quegli inconfessabili segreti c’è un cuore che è costretto a tacere, custode di fatti che prima o poi, verranno rivelati. Da sfondo c’è quasi sempre quella società puritana del New England, che lui tanto bene conosce, implacabile ed impaurita, feroce e allo stesso tempo debole.
Nathaniel Hawthorne e la casa dei 7 abbaini
Hawthorne è un autore del 1800, ma la sua bibliografia ci porta spesso ai fatti storici di un passato ancora più remoto. Impossibile non ricordare il suo libro La lettera scarlatta, da cui sono tratti 2 film dallo stesso titolo. Una vicenda di fantasia, non lontana da una verità vissuta nell’epoca buia e corrotta di un America antica, quella del 1600. I suoi racconti riportano in vita l’atmosfera cupa delle antiche case coloniali, le piccole piazze cittadine con il palco della gogna, le foreste intricate e misteriose e con esse tutto un mondo in cui la paura, la superstizione e l’intolleranza erano quotidianamente presenti nella vita delle persone. “Autentiche “ombre” delle quali gli americani del tempo di Hawthorne non si sono ancora completamente liberati, se non cercando di nasconderle sotto la vernice rassicurante della modernità.“
Hawthorne vive la maggior parte della sua vita cercando un riscatto dal pesante nome che porta. La sua famiglia infatti annovera, tra gli antenati, un giudice la cui posizione fu decisiva nel processo contro “le streghe di Salem”. Fu per questo che cambiò qualche lettera del cognome che da Hathorne si trasformò in Hawthorne distogliendo così l’attenzione dall’infausta parentela. Scrittore malinconico e introspettivo, dai toni gotici, riesce a delineare ogni volta l’atmosfera soffocante del mondo puritano. Nessuno come lui, in un’epoca ben lontana da quella liberale, è riuscito a descrivere l’animo umano e l’eterna lotta che lo vede alla ricerca della libertà, pur volendo sottostare, per educazione, alle spietate autorità.
Il libro “The House of Seven Gables” inizia così…
“In una vecchia città della Nuova Inghilterra al centro di una via secondaria sorge una casa con l’ossatura in legno ammuffita e con sette torri terminanti a cuspide, rivolta ognuna verso un punto cardinale e in mezzo al tetto ha un enorme fascio di comignoli. La strada si chiama Pyncheon e la casa è la vecchia casa Pyncheon; un olmo dal tronco grossissimo piantato proprio davanti all’ingresso in questa casa è chiamato da tutti i bambini nati in quella città l’olmo Pyncheon. .. Mi è sempre sembrato che quel venerabile palazzo avesse qualcosa di umano e che non solo serbasse le tracce della pioggia e del sole ma anche che parlasse delle vite mortali e delle vicende svoltesi entro le sue mura.”
La casa dalle sette torri – Bompiani 1945
Questo è un’opera pubblicata nel 1851, difficile da trovare nella sua traduzione italiana. Mi sono dovuta accontentare di questa edizione un pò spartana, ma almeno ho potuto leggerla ed entrare in una storia che pare vera anche se scolorita dal tempo. La casa dai sette abbaini di Hawthorne è il più prezioso gioiello di Salem. L’atmosfera, le ambientazioni, il periodo storico in cui è ambientato il libro sono reali e portano il lettore lontano, in un’epoca ricca di fascino, distante dal nostro vissuto italiano.
Aggiornamento: ho trovato ed acquistato la prima edizione del libro! Ovviamente usata, edita della Collezione Universale Valentino Bompiani si intitola ” La casa dalle sette torri“. Datata 18 aprile 1945 è rilegata in un piccolo formato, quasi sembra un gioiello. Per me lo è sicuramente, ho potuto leggere finalmente il libro di Hawthorne gustandomi ogni singola frase nella traduzione magistrale e poetica di Doletta Oxilia Caprin. Avere questo libro nella mia libreria è per me, come possedere un gioiello raro. Non mi servono infatti gioie e preziosi, mi serve leggere e godere di questi tesori del passato, più preziosi di qualsiasi oggetto. Lo terrò con cura.
Nathaniel Hawthorne e la casa dei 7 abbaini
La meraviglia nello scartare il pacco, nel prendere in mano un libro finito di stampare pochi mesi prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, è stata tanta, come l’emozione che mi ha suscitato. Sono una lettrice compulsiva e Hawthorne è uno degli autori del suo tempo che preferisco. Avevo già letto questo libro, ma in una versione più moderna che nulla ha a che vedere con questa. La traduzione di Doletta Caprin si è rivelata di una finezza magica e sottile, come le pagine ingiallite del piccolo manufatto. E’ buffo, ma mi sono commossa leggendo la prima pagina che in poche righe descrive così bene quella casa dai sette abbaini che di persona ho visitato non tanti anni fa.
A chi piace leggere e soprattutto a chi piacciono i vecchi libri, ne consiglio l’acquisto e la lettura. Adoro Hawthorne e i suoi racconti. E’ un maestro indiscusso del Rinascimento Americano che, in La casa dai sette abbaini, narra in modo introspettivo e a tratti ironico, una saga familiare lunga più di 200 anni. Partendo dai processi alle streghe del 1692, arriva alla metà del 1800, attraverso un racconto fluido e ricco di particolari totalmente vissuto nella grande dimora Pyncheon. La trama è complessa e coinvolge tutti i discendenti del Colonnello, a malincuore eredi di una maledizione che provocò l’avido predecessore.
Direzione: The House of Seven Gables
Paolo ed io abbiamo fatto due passi sulla Derby St. piena di negozietti interessanti e di casette di legno, sul retro delle quali, si potevano intravedere piccoli giardini ben curati, nascosti agli sguardi indiscreti. Una cittadina tranquilla, senza turisti, in quella mattinata di fine estate. Ho pensato che gli abitanti si stessero preparando al mese evento dell’anno, ottobre, quando flotte di visitatori sbarcano a Salem per festeggiare Halloween. Mi sono trovata a passeggiare senza fretta, tra ombra e luce di un sole basso settembrino. Il mio passo ha rallentato, la mia mente si è svuotata da ogni programma e mi sono scoperta a fantasticare sul fatto di poter vivere lì.
Mi sono vista in un negozietto di magia, con due grandi vetrine in stile inglese. Dentro tanti libri, ampolle, oggetti stravaganti, ma antichi. Qualche souvenir fatto da un artigiano del posto. Una porticina sulla destra del bancone conduce al laboratorio, dove una giovane dipendente crea piccoli oggetti da esporre e bambole di pezza dalla forma di strega con le calze a righe rosse e bianche. La ragazza e bravissima, ha fatto la scuola d’arte a Boston, poi è tornata a Salem per amore. E’ mattina ed io scendo dal mio grazioso appartamento al primo piano assieme ad un gatto che vive nel negozio.
Nathaniel Hawthorne e la casa dei 7 abbaini
Non posso dire che è mio, forse io sono sua, perchè è lui che mi ha scelta in una serata d’inverno. Vado in giardino, dove sul retro mi aspetta un sole mattiniero che scalda l’aria fredda di una giornata di metà ottobre. La ragazza che lavora per me mi accoglie con un largo sorriso e ha già fatto il caffè. L’odore, misto a cannella, riempie l’antro della strega, perchè così si chiama il negozio: The Sybil’s Cave. L’ho rilevato da un vecchio signore che dopo la pensione, ha deciso di fare un lungo viaggio nelle terre calde della Florida. Per questo io gli sono grata…
Potrei continuare all’infinito, chissà forse ho vissuto un’altra vita proprio lì, in quel mondo. O forse è solo la magia di Salem che mi fa fantasticare fino a farmi scoppiare di immaginazione. Paolo ed io arriviamo alla casa dai sette abbaini e imbocchiamo il vialetto seguendo le frecce. Continuando a camminare racconto a Paolo la storia di questa magnifica dimora, gli parlo di Pyncheon, di Hawthorne, del giardino segreto e così facendo, arriviamo sul retro a vedere il mare.
Articolo di: Lara Uguccioni
La casa dai sette abbaini è visitabile anche internamente, ne vale sicuramente la pena. E’ uno spaccato di storia americana e se non avete letto il libro, una volta usciti da lì, vi verrà l’incontrollabile voglia di farlo.
Parola di Lara
La descrizione della House of Seven Gables e del suo legame con la storia di Nathaniel Hawthorne è davvero coinvolgente. È incredibile come l’architettura coloniale del New England e la narrazione gotica si intreccino, creando un’esperienza che va oltre la semplice visita a una dimora storica.
Io me ne sono innamorata prima di vederla, è stato incredibile per me solo girare l’angolo e trovarmela davanti. Ho capito solo in quel momento che non era frutto solo della fantasia, era reale e bellissima. E’ stato come l’avverarsi di un sogno 🌟