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500 anni di architettura: stile coloniale made in Usa

Viaggiando sulle strade della vecchia signora America, ci si imbatte inevitabilmente in modelli differenti di costruzioni architettoniche che hanno dato lustro ed unicità a questo stupendo paese. In quattro secoli di storia le costruzioni abitative americane sono cambiate, trasformando inevitabilmente l’evoluzione dello spazio domestico, passando tra le varie epoche e la storia. Gli Stati Uniti si sono contraddistinti per l’incredibile varietà di culture ed etnie che li hanno da sempre popolati. Ecco che la caleidoscopica varietà multiculturale si riflette inevitabilmente sul modo di vivere, sull’estetica e sull’ architettura degli edifici made in USA. Impossibile in un unico articolo descrivere tutti gli stili che hanno attraversato le epoche, ma da qualche parte dobbiamo incominciare.

L’ architettura coloniale americana è una corrente che si sviluppò a partire dalla fine del 1500 continuando ad esistere sino all’inizio del 1800. E’ uno stile architettonico associato al periodo coloniale statunitense e comprende l’Architettura coloniale spagnola, il Primo Periodo inglese, l’Architettura coloniale francese, quella olandese e l’Architettura georgiana. Questi stili vennero associati a case, chiese e uffici governativi e tutt’ora si possono ammirare in diverse parti degli Stati Uniti d’America.

Turner-Ingersoll Mansion, detta La casa dei 7 abbaini – (1668) – Salem MA

architettura coloniale case made in Usa

Le costruzioni made in USA hanno una storia piuttosto recente, dato che i nativi non hanno lasciato strutture rilevanti come quelle che si possono vedere in Messico o in Perù. E’ possibile visionare qualche abitazione primitiva nella Mesa Verde in Colorado o nello Utah, attribuibile al popolo degli Anasazi risalente al 750 d.C. Oltre a questi incredibili reperti scavati nella roccia, ci sono i teepee di cui nulla è rimasto se non nelle fedeli riproduzioni. Dobbiamo quindi fare un salto nel tempo di più di 500 anni per ammirare il primo stile abitativo, arrivando sulle coste del Nuovo Mondo quando l’esplorazione spagnola delle terre del sud ovest ebbe inizio. E’ da qui che inizieremo il nostro viaggio nel tempo, attraversando l’oceano proprio come fecero esploratori ed avventurieri, per arrivare dove tutto cominciò.

Coloniale spagnolo, la nascita di uno stile

Los AngelesStile coloniale spagnolo

Era il 1540 quando la spedizione organizzata dal conquistador Coronado, percorse l’arida regione dell’attuale Nuovo Messico alla ricerca delle Cities of Gold, le mitiche Città dell’Oro. La leggenda narra che ci fossero sette città brulicanti di indicibili ricchezze, proprio lì tra le aride terre dell’ovest, pronte per essere conquistate. L’Eldorado però non fu mai trovato. Il mito durò secoli, nei quali tra il nuovo Messico e la California del sud, si insediarono i popoli spagnoli dando vita ad intere comunità. L’attuale città di Santa Fè, capitale del New Mexico, ha tutt’ora diverse costruzioni nello stile coloniale spagnolo ereditato dai primi conquistadores. Nell’architettura dell’epoca, si nota la mescolanza delle influenze indigene, dove predomina l’uso dell’adobe, l’argilla accostata al ferro battuto tipico della penisola iberica.

Si trovano magnifici esempi in Florida risalenti addirittura alla fine del 1500. Qui venivano costruite “board house”, piccoli cottage di una sola stanza fatti di tavole di legno e tetti in paglia. A causa del clima caldo, le case comuni, più grandi delle abitative, avevano grandi portici esterni e venivano rivestite in malta di calce, adornate con conchiglie ed ostriche.

architettura coloniale case made in Usa

Le costruzioni massicce e austere, alte non più di due o tre piani, si possono ammirare anche nella parte antica di Los Angeles. Calle Olvera, una via coloratissima, strabordante di bancarelle e vivacità, ospita la casa più antica della Città degli Angeli.  Avila Adobe è esattamente il tipico esempio di casa in stile coloniale spagnolo, allungata, con il suo portico essenziale e prestigioso allo stesso tempo. Fu costruita nel 1818, da un ricco allevatore, ma conserva anche internamente, ogni dettaglio caratteristico dell’antico popolo spagnolo.

Come spesso accade, il ritorno ai motivi del passato ha dato vita allo Spanish Colonial Revival Style, cioè al revival dello stile Coloniale spagnolo. Uno stile rinomato negli Stati Uniti all’inizio del 1900, il Revival spagnolo raggiunse il picco di popolarità tra il 1915 e il 1931, diffondendosi principalmente in Florida e in California. Il suo “inventore” fu il famoso architetto statunitense Bertram Goodhue, che tra le altre cose è anche il maggior esponente del Revival gotico. Il Revival spagnolo, molto legato allo stile Mission revival, per intenderci quello che reinterpretava lo stile delle missioni spagnole del 1700, divenne lo stile identificativo dello Stato della California, che non a caso doveva le proprie origini come colonia, proprio al periodo spagnolo.

Avila Adobe a Los Angelesstile coloniale spagnolo

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La California è tutt’ora costellata di ville in questo stile arioso caratterizzato dalla combinazione di dettagli di diverse epoche: dal barocco allo stile coloniale spagnolo, sino al moresco ed al revival moresco, oltre al churrigueresco messicano. Il Revival spagnolo è contraddistinto dall’uso prevalente dello stucco sui muri e sulle finiture dei camini, con ampi tetti in tegole rosse. Tra le altre caratteristiche si trovano dettagli decorativi in terracotta, balconate ed arcate in ferro battuto, cortili di forma rettangolare e piante a “L”. Le strutture hanno uno sviluppo orizzontale, principalmente ad un unico piano e con facciate asimmetriche.

Molte case dei divi di Hollywood hanno questa elegante e sobria tecnica costruttiva, compresa la tenuta appartenuta un tempo alla indimenticabile Marilyn Monroe. L’abitazione in stile hacienda sorge su un terreno di mezzo acro e la sua costruzione risale agli anni ’20 del 1900. Un unico piano per una superficie complessiva che non supera 300 metri quadrati, che al loro interno conservano ancora i pavimenti in cotto originale che la diva calpestò negli ultimi mesi della sua vita.

 la villa della Monroe oggi, in stile hacienda spagnola (ph. Today.it)

Stile coloniale del “primo periodo”

Per architettura coloniale si intende i diversi stili architettonici adottati dai coloni, cioè i popoli europei che colonizzarono il Nuovo Mondo. Se sulla costa ovest a farla da padrona furono gli spagnoli, sulla costa nord est la dominazione inglese e olandese fu decisamente rilevante. Col termine di First PeriodPrimo Periodo, si designa quindi lo stile di costruzione utilizzato dai primi coloni inglesi iniziato a Jamestown, in Virginia (1607) e successivamente a Plymouth, nel Massachusetts (1620). Questa maniera di costruire si diffuse poi nelle altre colonie britanniche sulla sponda orientale del Nord America, l’attuale nel New England.

Nel corso degli anni le costruzioni del Primo Periodo si caratterizzarono per gli ampi tetti spioventi, con ambienti dalle finestre piccole e con vetri piombati, per via della scarsità di vetro nelle colonie. Inizialmente spoglie e disadorne, nel corso delle epoche troviamo in esse ricche decorazioni, ovviamente ben in mostra solo nelle case dei più facoltosi. Per massimizzare la luce naturale nei climi settentrionali, le prime case vennero costruite a sud-est, senza riguardi per l’allineamento con le strade esistenti. Sull’altro fronte, nelle colonie a sud, vennero costruite case con la facciata a nord-ovest, per il medesimo motivo.

Plimoth Patuxet MassachusettsStile coloniale del New England

architettura coloniale case made in Usa

Ecco che qui ci avventuriamo in uno dei miei argomenti preferiti: l’arrivo dei Padri Pellegrini sulle coste del nord est americano. Era il 1636 quando, dalla nave Mayflower, attraccata al largo dell’attuale Plymouth in Massachusetts, sbarcarono i primi coloni conosciuti come Pilgrim Fathers. Provenienti per la maggior parte dall’Inghilterra, portarono nell’architettura delle loro dimore, le caratteristiche tipiche della madre terra. Ovviamente le importanti differenze climatiche e religiose influenzarono la costruzione sobria e semplice delle case e degli edifici, compresi quelli comunitari, come le meeting house. I primi puritani non amavano decori e belletti e la posizione centrale del caminetto rispondeva essenzialmente all’esigenza di riscaldarsi durante i gelidi inverni del New England. Inizialmente costruite con tegole e travature in legno, gli spazi interni erano angusti e spesso privi di luce.

Soffitti bassi e grandi focolari, l’abitazione era solitamente di una o due stanze al massimo. Il freddo intenso e l’assenza di vetri nelle case dei meno abbienti, non permetteva di costruire diversamente. Viaggiando per il New England, ho avuto la fortuna di visitare la Plimoth Patuxet, un luogo dove si trova la fedele ricostruzione del primo villaggio dei coloni sbarcati con la Mayflower. E’ un luogo suggestivo, dove è possibile viaggiare nel tempo in compagnia del popolo Wampanoag e dei Padri Pellegrini. A 400 anni dalla sua nascita, il Patuxet è un luogo di ricordi, dove si può parlare con i “Pellegrini” che sono sempre pronti a raccontare vecchi aneddoti sulla loro vita di comunità.

Interni in stile “Primo Periodo” alla Plimoth Platuxet

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Immergersi nelle storie dei membri dell’equipaggio della Mayflower, conoscere gli abitanti della comunità, ascoltare i diversi dialetti che riflettono i luoghi di provenienza, catapulta il visitatore in una dimensione nuova, dove tutto deve ancora avvenire e il futuro è ancora un estraneo che bussa alla porta. Mi sono avventurata nel villaggio tra orti coltivati e giardini bel tenuti, dove i panni stesi sulle staccionate indicano una vita quotidiana fatta di semplicità e rigore. E’ possibile visitare le abitazioni internamente, vedere le donne cucinare e svolgere le faccende domestiche.

Rendersi conto degli spazi abitativi. dei materiali e degli usi che ne facevano i primi Padri Pellegrini, è un bel modo per avvicinarsi alla storia e all’architettura del 1600, oltre che al primo stile coloniale del New England.

Influenze europee sulla costa orientale

Coloniale Primo Periodo – Salem MA

Passeggiando nei villaggi più antichi del New England, è consuetudine incontrare costruzioni risalenti al 17° secolo. Ad esempio a Salem, Massachusetts, ci sono case chiamate del Primo Periodo risalenti al 1600 e ancora perfettamente intatte. L’architettura che le contraddistingue è spesso caratterizzata da un tetto a falde ripide e da un camino centrale. Questo stile coloniale è fortemente associato al New England, in particolare ai primi coloni europei del Nord America che costruirono case lungo tutta la costa. Pickering House del 1660,  Becket House 1655, la famosa J. Corwin House del 1675 detta “la casa delle streghe” e la da me amatissima Turner-Ingersoll Mansion, 1668, “la casa dei sette abbaini”, sono solo alcuni esempi di edifici storici a Salem.

Come si sa, non furono solo gli inglesi a colonizzare l’attuale America, abbiamo quindi un’architettura coloniale francese, olandese e anche tedesca sviluppatesi tutte nel corso del 1600. Se quella francese la troviamo nel Quebec, in Canada e nel sud come a New Orleans, la costruzione dell’architettura olandese coincide con l’arrivo dei primi coloni nativi dell’Olanda, che diedero vita all’insediamento di New Amsterdam e all’area abitativa del fiume Hudson, dove attualmente sorge New York. I coloni olandesi erano soliti realizzare piccoli cottage di una sola stanza con muri in pietra e tetti spioventi, che permettevano spesso la costruzione anche di un secondo piano.

Stile coloniale olandese con tetto gambelOn the road in Massachusetts

architettura coloniale case made in Usa

Erano case molto comuni nella New Amsterdam del 1670, mentre nelle campagne del Hudson e nel New Jersey,  i contadini realizzarono case lineari e su un unico piano, adottando il caratteristico tetto gambrel. L’etimologia del nome gambrel deriva da ‘gamba’, termine latino medievale che significa ‘garretto di cavallo’ o ‘gamba’. Era un tetto comunemente usato per i fienili e i tetti delle costruzioni domestiche in America. L’aggiunta di tipiche sporgenze sulla parte frontale e sul retro proteggeva la malta che legava i muri, solitamente a base di fango locale, prevenendo così l’erosione degli agenti atmosferici.

Negli States le antiche magioni sono tutelate dai Distretti Storici Locali, istituiti ed amministrati dalla comunità per proteggere le caratteristiche distintive di aree importanti e per incoraggiare nuovi progetti strutturali compatibili con il contesto storico della zona. Salem, come tutto il New England, è una fucina di architettura americana, infatti nel suo distretto è possibile visitare proprietà di diversi stili storici, ognuna con una sua storia da raccontare. La maniera coloniale si è infatti evoluta nel corso dei secoli, partendo dallo stile Coloniale georgiano, che con i suoi rimandi british è caratterizzato dal doppio camino sul tetto e da un’apertura maggiore verso l’esterno.

Stile neo-Greco che si nota dall’ingresso a timpano – Salem MA

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L’architettura georgiana segue, dal punto di vista storiografico, il barocco inglese e si colloca tra il 1720 e il 1840. All’epoca era infatti importante scegliere con cura il rapporto tra le varie dimensioni dell’edificio tendendo particolarmente alla simmetria. In contrasto con lo stile barocco, che si usava principalmente per palazzi e chiese, il georgiano era utilizzato soprattutto nella costruzione delle case per le classi agiate. Un’architettura ampiamente diffusa nelle 13 colonie britanniche e se ne trovano ancora oggi tanti esempi sia sul territorio americano che in Europa. Miscelata al palladianesimo, di tipica espressione italiana, lo stile Georgiano coloniale mutò nel 1840, nello stile Federale. Questo orientamento decorativo classicheggiante nacque per dare un volto anche architettonico, all’America unita e indipendente del post rivoluzione (Guerra d’Indipendenza).

Al Federale si accostò la maniera Neo-greca che si diffuse come tributo alla cultura ellenica, attraverso lesene decorative, portici, colonnati e strette finestre slanciate verso un frontone ampio e semplice. I materiali usati, essenziali ma d’effetto, sono quelli facilmente reperibili nel New England: i mattoni rossi, e legno bianco e l’ardesia, usata per le tegole del tetto a doppio spiovente. Un esempio magnifico e tutt’ora intatto di georgiano è la Old State House di Boston, sede dell’assemblea legislativa del Massachusetts fino al 1798.

foto Old State House di Boston - stile georgiano
Old State House di Boston stile georgiano

architettura coloniale case made in Usa

Tipico esempio di architettura coloniale religiosaCamden, Maine

Il puritanesimo, fin da subito, impose edifici di culto semplici e sobri, privi di decorazioni ostentate. Le meeting house, “case delle riunioni “, erano utilizzate sia per il culto che per riunioni sociali. Le chiese costruite in legno con la pianta non più a croce latina, come quella delle chiese cattoliche, avevano il pulpito collocato al centro di una sola grande sala. Le travature venivano lasciate volutamente in vista, non era presente l’abside e mancava ogni tipo di decorazione. Tutto il New England è costellato di queste meraviglie architettoniche sacre, che spesso svettano appuntite nel centro dei piccoli paesi di provincia. Dopo un secolo però, tra il 1700 e il 1800, prese piede lo stile neoclassico, sia per gli edifici privati che per quelli pubblici. Colonnati in stile tempio greco, marmi e capitelli volevano riprendere anche a livello politico, la magnificenza e la gloria dell’antica Atene.

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Brook Farm – getlstd_property_photo (settembre 2016)

Con il passare del tempo, soprattutto per quanto riguarda le abitazioni rurali ad uso strettamente abitativo, “tornò di moda” lo stile coloniale. Si riaccese lo stile detto Revival coloniale, così che dalla fine del 1800 vennero progettate maestose ville cittadine e incantevoli tenute di campagna per alcune delle famiglie più ricche di Boston. Il Revival è infatti presente soprattutto nel New England ed è facile notare come diversi stili lo influenzino. Finestre palladiane vengono accostate alle colonne doriche dei porticati, raffinati mattoni a vista a tetti gambel. La fusione di stili come il Queen Anne e il Colonial Revival si possono trovare sotto un impressionante tetto a spiovente che nel complesso rende l’ecletticità della costruzione armoniosa e di grande impatto.

Tutto questo è possibile trovarlo alla Brook Farm a Cavendish nel Vermont, una delle più grandi ville coloniali revival dello Stato. Inserita nel Registro Nazionale dei luoghi storici è stata costruita nel 1894 ed è tutt’ora un’azienda agricola rinomata.

Amore per il “bello”

Non nascondo che questo particolare stile architettonico sia uno dei miei preferiti. Amo le finestre a ghigliottina, gli abbaini sul tetto e le grandi vetrate a 9 o 12 riquadri sui piani principali. Sono affascinata dai tetti gambel e da quelli hipped, “a padiglione” che nella loro semplicità incorniciano magnificamente i piccoli cottage. Uno dei decori coloniali a mio avviso più seducenti è il portico che non solo abbellisce le facciate delle dimore, ma dona un senso di eleganza e familiarità.

architettura coloniale case made in Usa

Viaggiando negli States noto sempre i decori stagionali che fanno bella mostra sotto i grandi e piccoli porticati, e fantastico vedendomi seduta su di una sedia adirondack ad ammirare ciò che mi circonda. Adoro gli ingressi americani, il legno con cui sono finemente costruiti, gli ornamenti che con tanto impegno vengono posizionati ad arte per dare il benvenuto ai visitatori. L’amore per l’architettura e l’arredamento è un’eredità di mio padre, che mi ha instradato alla meraviglia dell’arte in tutte le sue molteplici forme. Mio babbo diceva che forse qualcosa di buono l’uomo ha fatto e sa fare: progettare, costruire e celebrare la bellezza dell’architettura e dell’urbanistica stimolando nello spettatore il senso di appartenenza.

Questa sensibilità io la percepisco a 360°, mi permette di stabilire un legame non solo con la mia Italia che tanto amo, ma con il mondo intero. Studiare ed ammirare l’architettura così come l’arte in generale, serve per aiutare lo spettatore ad approcciarsi in maniera rispettosa ai luoghi che visita, alla storia che lo circonda, alle persone che si incontrano durante il viaggio. Godere del “bello” vuol dire abbattere gli ostacoli e i pregiudizi culturali, sentendosi parte della cultura mondiale, della storia passata e presente a cui noi abitanti della Terra, apparteniamo. “La bellezza salverà il mondo” così scriveva Dostoevskij dando a questo sostantivo, il nome che si dà all’inequivocabile manifestarsi del bene. E io ci voglio credere.

Articolo di Lara Uguccioni

Fonti:
historybythesea.com
italiawiki.com
designingbuildings.co.uk

buildingsofnewengland.com

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ANTONELLA
1 anno fa

Molto interessante il tuo articolo sull’architettura coloniale. E’ un argomento che mi appassiona molto e gli Stati Uniti sono una fonte inesauribile di storie e stili. Nel viaggio negli Stati del sud ho adorato le case in legno con il portico e l’immancabile sedia a dondolo!

Martina Currà
2 anni fa

Ho trovato super interessante l’articolo sull’architettura statunitense…tramite la storia dell’architettura si percepisce anche la storia dell’intero paese passato attraverso varie colonizzazioni!

Bru
Bru
2 anni fa

L’ America è bella anche per questo, un miscuglio di stili architettonici che vanno dal periodo coloniale fino ai grattacieli più avveniristici. Interessante e originale articolo che mi è piaciuto molto

Lara
2 anni fa

che mix di influenze, non lo sapevo!Davvero interessanti queste tips!

Eliana
2 anni fa

Lo stile coloniale è davvero particolare e sicuramente è un simbolo degli Stati Uniti: quanti film abbiamo visto dove queste case sono le location protagoniste delle vicende? Personalmente lo trovo molto caratteristico.

Mimì
2 anni fa

Senza dubbio lo stile coloniale in America, è uno degli stili che più mi attira, forse anche per il grande contrasto che si percepisce con i moderni grattacieli e lo stile architettonico moderno.

È una traccia di storia multiculturale che traspare dalle vecchie facciate e che affascina! Ho trovato splendide, ad esempio, le costruzioni del Vermont…

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