East Coast,  Massachusetts,  Si fa per parlare

Martha’s Vineyard, sulle tracce dello Squalo di Spielberg

Era il 20 giugno del 1975 quando JAWS usciva contemporaneamente in 465 sale cinematografiche americane. Diretto da un giovanissimo Steven Spielberg, tra coraggio e totale inesperienza, Lo Squalo è diventato un cult movie per tutti noi cinefili. Film estivo per eccellenza, dopo 46 anni dal suo debutto, lo considero uno dei migliori film del regista, perchè, nonostante la sua veneranda età, sa tenermi ancora con il fiato sospeso. Naturalmente una buona mano l’ha data la colonna sonora di John Williams, che valse un Oscar meritatissimo. Il motivetto composto dall’alternanza di due sole note, mi e fa, è diventato a livello mondiale, il leitmotiv di ogni pericolo imminente. 

Non a caso l’uscita di JAWS è considerata un momento di svolta per la cinematografia hollywoodiana, entrando così nell’immaginario collettivo per merito degli effetti speciali e della suspense prodotta nello spettatore. La visione è stata per molti terrorizzante tanto da far nascere, al tempo, “la psicosi degli squali”. Una paura vera che ha portato molte persone, quell’estate, a non fare più il bagno al largo stando non oltre la riva del mare. Il film è tratto da un libro di  Peter Benchley scritto solo un anno prima dell’uscita del film, nel 1974. La storia racconta una serie di terribili attacchi ad opera di uno squalo bianco verificatesi in una tranquilla cittadina di mare.

Benchley fa persino un cameo nel film di Spielberg dove interpreta un giornalista che si avvicina con la telecamera alla spiaggia. Un ruolo in realtà non tanto lontano dal suo primo mestiere che era proprio quello di giornalista al Washington Post. 

Noi, sulle tracce dello squalo a Martha’s Vineyard

Ovviamente non potevo farmi scappare la location del film, il luogo dove è ambientato il romanzo, chiamato Amity. Se nel libro la storia si svolge nel New Jersey, per Spielberg la graziosa località di villeggiatura è invece un’isola locata nel New England. Il nome Amity è d’invenzione, ma ogni inquadratura, spiaggia, tratto di mare e ripresa della cittadina, ci fa vedere la bellezza senza tempo della famosissima Martha’s Vineyard, che si trova vicino alla costa meridionale di Cape Code, Massachusetts. Apro solo una piccola parentesi riflettendo sul nome Amity. Sarà possibile che dove c’è dell’horror c’è una parola che inizia con questo nome? Amityville Horror, la serie tv Amity e dire che il suo significato è più che positivo!

Ma torniamo a noi. Martha’s Vineyard sicuramente è l’isola più famosa del New England estremamente cara agli americani, perchè è qui che molti degli abitanti della East Coast settentrionale passano tutt’ora le loro vacanze. E’ un luogo incantevole, che Paolo ed io abbiamo visitato in una assolata giornata di fine settembre. Con il traghetto siamo arrivati all’imbarco di Vineyard Haven, lo stesso ripreso in alcune scene del film. Il centro cittadino è veramente carino, tra villette colorate e negozi con vetrine a bovindo. Quando si percorrono le strade dell’isola, si ha la sensazione di familiarità, di averle già viste. Ed è proprio così, perchè non puoi accendere la televisione in estate senza imbatterti nel film Lo Squalo. Il più delle volte, in tutti e 3 i suoi sequel. Per gli abitanti di Martha’s Vineyard, JAWS è molto di più di un film, è un pezzo della loro storia.

Martha’s Vineyard Squalo Spielberg

Martha’s/Amity è come un album di famiglia vivente, che respira, che ha vita propria. Quasi tutti sull’isola dicono ancora: “Benvenuti a Amity Island!”. Erano gli anni ’70 e il film di Spielberg aveva un budget ridottissimo. Per spendere meno, a parte il cast principale, il resto degli attori erano abitanti del posto. Ad esempio il dottore era il vero dottore dell’isola, il macchinista che guida il Ferry, era il vero autista del traghetto e la lista potrebbe continuare all’infinito. Tante sono le cose che si possono raccontare su Matha’s Vineyard e i suoi abitanti, qui c’è un articolo per i più curiosi.

Un’isola dai paesaggi magnifici

La bellezza e la serenità di Martha’s Vineyard dipendono in gran parte dalla sua capacità di sopravvivere a un ritmo un po’ più lento rispetto al resto del mondo. L’isola ha deciso che la vita può continuare senza un solo semaforo, senza le grandi catene come McDonald’s, coccolati solo dalla brezza che viene dall’oceano e dal rumore delle onde, lontani dalla frenesia della terra ferma. E’ stata luogo di villeggiatura estiva di presidenti come Obama, di star dello spettacolo come John Belushi, e ancora Jackie Kennedy, Bill Gates e Oprah Winfrey.

Sarà perchè è un’isola discreta, silenziosa, intima ed estremamente selvaggia oggi come allora. Il turismo è dei più tranquilli, tutti preferiscono la bicicletta all’auto, i mezzi pubblici funzionano benissimo e attraversano l’isola portandoti nei punti più interessanti in pochissimo tempo. La Vigna di Martha è un pezzo di terra incantevole, scoperto nel 1602 dall’inglese Bartholomew Gosnold che le diede il nome della figlia Martha, morta in giovane età. Il motivo per cui Spielberg scelse quest’isola è stato per la facilità delle riprese in acqua. Infatti la spiaggia degrada dolcemente verso il mare aperto, così che era possibile manovrare agevolmente le creature meccaniche dando vita agli effetti speciali.

Il vero protagonista: lo squalo

Il regista riuscì a rendere le sequenze degli attacchi dello squalo in modo molto realistico. Era effettivamente possibile girare le scene vicino alla riva pur non inquadrando la spiaggia, anche grazie all’ampia visuale e all’incredibile spazio aperto. I 3 squali meccanici vennero costruiti appositamente per la produzione del film. Sul set venivano chiamati amichevolmente “Bruce”, forse per allentare la tensione dovuta al loro incredibile realismo. Uno serviva per le riprese nei frontali e subacquee, oltre a quelle a fior d’acqua. Gli altri due erano il lato destro e quello sinistro dell’animale, con una parte cava, dove erano inseriti i sistemi idraulici di funzionamento.

Le difficoltà che incontrarono nel maneggiare queste creature meccaniche, costrinsero il regista ad adottare diverse soluzioni, alimentando così involontariamente la suspense. Le prime scene girate con Bruce furono disastrose. Infatti lo squalo, unico vero protagonista, si vede per intero solo dopo più di 1 ora dall’inizio del racconto. Una strategia fortunata questa, come quella di usare dei barili che segnassero la presenza dello squalo senza però vederlo, che contribuì ad aumentare la tensione dello spettatore. Queste nuove idee giovarono al film tanto da decretarne il reale ed incredibile successo. Come disse Alfred Hitchcock in una grande lezione di cinema: “A fare davvero paura nei film è soprattutto quello che non vediamo”.

Per rendere tutto molto più reale, il regista e i produttori si affidarono alla professionalità e all’esperienza di Ron e Valerie Taylor, una coppia di australiani abituati a girare una serie di documentari con gli squali bianchi nelle acque australiane. L’unico problema fu la taglia dello squalo. Mentre quelli presenti in Australia erano lunghi circa 4 metri, lo squalo protagonista del film è quasi il doppio. Fu per questo che Spielberg decise di assumere anche un attore nano, Carl Rizzo, per girare la scena della gabbia. In questo modo lo squalo protagonista del film sembrava molto più grande del dovuto.

Location e curiosità

Menemsha, il villaggio di pescatori da cui la
barca di Quint, l’Orca partì per trovare Jaws.

Nella foto sopra il porticciolo oggi e quello di allora, dove sono state girate alcune scene de Lo squalo e dov’era la baracca del marinaio Quint, il cui capanno fu il solo set ricostruito di tutto il film. E’ uno degli scorci cinematografici dove si vede il capo della polizia Brody, l’oceanografo Hooper e il cacciatore di squali Quint che partono per la spedizione in mare. Come si può notare dalle foto poco è cambiato dal 1974 ad oggi: il mio scatto è del 2019!

Questa è la spiaggia di Martha’s Vineyard, dove sono state girate tantissime scene del film. Una mia foto di oggi e in piccolo, quella di Amity nel 1975, con le scenografie del film. Si nota bene come il mare degrada dolcemente verso il largo, motivo per cui quest’isola è stata scelta come location adatta alle riprese.

Siamo ad Aquinnah, una delle sei comunità presenti a Martha’s, proprio nella location dove hanno girato un’intera sequenza, che riprende il comandante Brody, l’oceanografo Hopper e il Sindaco durante una discussione sulla riapertura delle spiagge. Le riprese non furono facili, proprio qui era stato installato il cartellone della cittadina, deturpato dai vandali che avevano aggiunto la pinna nera e la scritta Help Shark!!!  Il set fu messo in piedi per fare le riprese e distrutto il giorno stesso e tutto si svolse nell’arco di una sola giornata. Si vede bene il magnifico faro Gay Head che il 28 maggio di quest’anno, dopo 160 anni, è stato rimosso. Purtroppo il promontorio si sta per sgretolare e il faro è stato spostato di una quarantina di metri verso l’interno. Per fortuna io l’ho visto quando ancora era al suo posto!

Martha’s Vineyard Squalo Spielberg

Si dice che la prima volta che Spielberg sentì la colonna sonora creata da John Williams, si mise a ridere, non credendo alle sue orecchie. Il motivetto era secondo lui troppo banale, troppo semplice essendo composto da sole due note. Solo dopo averlo associato alle riprese, durante la lavorazione, ne capì l’incisività e lo scelse, regalando al cinema uno dei migliori theme song di tutti i tempi. Ho da poco finito di leggere il romanzo scritto da Peter Benchley da cui è tratto il film e di cui ho la fortuna di avere la prima edizione. La storia raccontata non è proprio la stessa che vediamo sul grande schermo, a parte l’incipit che è molto simile e a egual misura, tiene incollato il lettore alle pagine.

“Il grande squalo scivolava silenzioso nelle acque notturne, spinto da brevi colpi della coda a mezzaluna. La bocca era aperta solo quel tanto che bastava per far giungere un flusso d’acqua alle branchie. Quasi non c’era altro movimento: un’occasionale correzione della rotta, apparentemente senza meta, con il lieve sollevarsi e abbassarsi di una pinna pettorale, così come un uccello muta direzione inclinando un’ala e alzando l’altra. Gli occhi erano ciechi nel buio fitto, e gli altri sensi non trasmettevano nulla di insolito a quel piccolo, rudimentale cervello. Pareva che dormisse, non fosse stato per il moto dettato in milioni d’anni dall’istinto di conservazione”.

Martha’s Vineyard Squalo Spielberg

“Serve una barca più grande!” è la traduzione dell’originale “You’re gonna need a bigger boat”. Nel 2005 questa frase fu scelta da 1500 addetti ai lavori dell’American Film Institute come la numero 35 tra le 100 migliori citazioni cinematografiche di tutti i tempi tratte da film di produzione USA. Questa frase è entrata a tutti gli effetti nel linguaggio comune americano.

Steven Spielberg, spaventato dall’idea che i membri della troupe potessero gettarlo in mare subito dopo la fine delle riprese dell’ultima scena del film, abbandonò il set prima del previsto. Considerata la fortuna de Lo squalo, questo gesto è successivamente diventato un suo rito scaramantico e il regista è ormai solito abbandonare il set sempre prima della fine dell’ultima inquadratura.

Riflessioni tra le righe

 Lo squalo è una storia di buoni e cattivi. La rettitudine morale della gente comune, come i bagnanti sulla spiaggia, il giornalista alleato di Brody che cerca di scrivere la verità e Brody stesso, è contrapposta all’avidità del sindaco e delle autorità locali, preoccupati di salvaguardare i guadagni della stagione turistica a scapito della vita delle persone. Lo squalo, il cattivo è un pò una parafrasi di Moby Dick dove il capitano combatte contro la bestia primordiale. Stessa cosa avviene qui, dove il tipico anti-eroe, cioè il poliziotto Martin Brody, con la sua paura dell’acqua e i suoi tormenti familiari, è votato alla Legge, al Bene. Lo Squalo è visto quindi come metafora non solo della lotta tra bene e male, tra uomo e natura.

Se contestualizziamo il libro e il film nell’anno in cui vennero prodotti (1974/75), è facile associare la pacifica comunità di Amity Island, alla società borghese americana. Fatta di regole, di abitudini di leggi e principi sani, la piccola cittadina viene calpestata e offesa a favore del denaro e dei profitti. Attraverso lo squalo, si vedrà nitidamente, quanto è poco importante la vita umana del popolo paragonata al guadagno dei potenti, rappresentati dal Sindaco e dai suoi eletti. Direi argomento molto attuale quello visto tra le righe de Lo Squalo, che rappresenta la paura dell’uomo di essere preda dell’ignoto. Ma qui ci introdurremmo in un ragionamento molto lungo e difficile, meglio vedere il nostro squalo solo come un cattivone dell’oceano. Alleggeriamo la storia godendo della bellezza del film, dell’autenticità del libro e della meravigliosa scenografia, che fa da sfondo a un capolavoro cinematografico che oggi compie 46 anni. Portati benissimo.

Articolo di Lara Uguccioni

Martha’s Vineyard Squalo Spielberg

CURIOSITA’: Questo qui sotto è il Big Bridge chiamato così dagli abitanti di Martha’s Vineyard. Qui viene girata una scena famosissima del film, quando avviene una morte particolarmente raccapricciante: il grande squalo bianco recide la gamba di un istruttore di vela, mentre un gruppo di ragazzini impauriti, si rannicchia su una barca a vela. La sua fama ha portato a una tradizione decennale che prevede di scavalcare la ringhiera e tuffarsi nonostante i cartelli di divieto. E’ come un rito di passaggio da queste parti, va fatto!

scena del film
Ragazzi che si tuffano dal ponte

Frasi e citazioni:
Lo squalo di Peter Benchley – club degli editori – ed. 1974
www.sorrisi.com (rubrica di tv sorrisi e canzoni)
www.recencinema.it

vineyardgazette.com

One Comment

  • Zelma

    Ho adorato questo film, mi riporta alla mia adolescenza e ai pomeriggi con gli amici a guardare film horror…che ricordi.

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