Summer of Love, l’estate dell’amore a San Francisco
Era l’estate del 1967 a San Francisco, nel bel mezzo della guerra del Vietnam e del movimento per i diritti civili, una nuova generazione sperava in una pacifica, ma radicale rivoluzione. Tre anni erano passati dallo scoppio ufficiale dell’inutile conflitto tra USA e Vietnam ribattezzato “sporca guerra”, due parole che descrivono bene l’infinito e fallimentare impegno americano nel continente asiatico. Tre lunghi anni in cui migliaia di giovani scelsero la fuga in Canada e in Europa, piuttosto che rischiare l’arruolamento. L’opposizione al conflitto nei campus universitari era feroce, e anche personaggi del calibro di Muhammad Ali , si dichiararono pubblicamente obiettori di coscienza. Stava per iniziare l’era “nixoniana”, repressiva e violenta, ma la presidenza di Johnson non era certo da meno, a mio parere uno dei momenti più drammatici della guerra fredda, fino ad oggi.
Vista nel presente, sembra una storia lontana, un puntino nel mare dell’oscurantismo americano tuttavia, in un clima di oppressione e terrore, San Francisco era all’epoca, considerata la città delle possibilità. Solo un decennio prima, le strade di Frisco erano l’epicentro della cultura alternativa, dove avevano affondato solide radici poeti e scrittori come Jack Kerouac e Ferlinghetti, protagonisti della Beat Generation. Questa generazione ribelle è stata uno dei primi movimenti di controcultura d’America che ha abbracciato l’uso di droghe, sessualità liberale e osannato la disobbedienza negli scritti e nelle opere. I giovani scrittori della Beat Generation erano gli esploratori di quei singolari cambiamenti culturali nell’America del secondo dopoguerra. Visti come borderline, ai margini della società, furono in realtà i precursori del movimento Hippie nato negli anni ’60, uno dei momenti storici e culturali più rilevanti della storia americana.
I movimenti di controcultura
Nel 1945 la città di San Francisco era frequentata da artisti di ogni sorta: pittori, poeti, musicisti, scrittori che cercavano un pò di notorietà mostrando i loro lavori tra le tante gallerie d’arte o bussando alla porta degli editori. Per lo più risiedevano nel quartiere di Haight-Ashbury, che divenne poi, la casa di tutti coloro che avevano qualcosa da dire o che cercavano solo un pò di pace e di amore. Chiamateli ribelli, pacifisti o semplicemente ragazzi che volevano vivere la loro emancipazione tipica della giovane età, sta di fatto che diedero vita ad uno dei fenomeni culturali più rilevanti del ventesimo secolo: il movimento Hippie. Tale tumulto di menti e corpi era solo uno tra i numerosi movimenti di protesta che esistevano all’epoca negli States e nel mondo intero.
Il filo conduttore che li legava tutti, accomunandoli in una sorta di grande moto orbitale rivoluzionario, era l’idea di pace. La protesta contro il coinvolgimento militare degli Stati Uniti in Vietnam, la lotta contro il razzismo istituzionalizzato e la segregazione, le proteste a sostegno dei nativi americani. E ancora il movimento antinucleare e la rivoluzione sessuale che sfidava i tradizionali codici di comportamento, erano solo alcuni dei movimenti di Anti-establishment, frutto di una un’opposizione feroce sia politica che sociale, alle istituzioni. Molte organizzazioni chiave relative a questi problemi sono nate o avanzate all’interno della controcultura degli anni ’60. Emersero inoltre nuove forme culturali che diedero vita ad una sottocultura che celebrava la sperimentazione ed ogni stile di vita alternativo possibile.
Summer of Love
E’ così che nacquero le comuni, abitazioni con spazi collettivi dove si viveva insieme, a stretto contatto con la terra e con la natura, instaurando una sorta di legame spirituale gli uni con gli altri. Da qui la voglia di vivere in modo semplice, educare i figli autonomamente, facendoli nascere nella propria casa. Sono questi gli anni in cui si cambia stile di vita, si pratica il veganesimo e il crudismo, ci si avvicina alla medicina orientale e alternativa. Cambiò anche il modo di vestire, di portare i capelli, di amare liberamente e di sentirsi bene con il proprio corpo. Erano anni in cui la creatività abbracciava ogni momento della vita e dell’arte. Il salto generazionale e l’inevitabile divario percepito della visione del mondo tra vecchi e giovani, forse non è mai stato così grande come nell’era della controcultura.
Più di tutto, il conflitto del sud-est asiatico, apparentemente senza fine, mise a dura prova la popolazione americana che stava diventando sempre più frustrata dalla tremenda perdita di vite umane e dalla folle politica della guerra. Se ci fate caso, poco è cambiato dagli anni in cui grandi quantità di truppe americane furono inviate per destabilizzare e distruggere il governo comunista del Vietnam del Nord, sostenuto dall’Unione Sovietica e dalla Cina.
Summer of Love
La guerra fredda tra comunisti e capitalisti, tra oriente e occidente, insieme all’interferenza politica e militare dell’America negli affari interni delle nazioni meno potenti, è tutt’ora in atto. Stiamo assistendo nuovamente allo sgretolamento del “sogno americano“, alla fine della speranza che ha sempre albergato dentro ogni volonteroso essere umano. La situazione politica attuale, così come quella del secondo dopoguerra, sta irrimediabilmente compromettendo la mancanza di sicurezza e stabilità. Oggi come allora, è spartita la fiducia che ci permetteva di credere che, attraverso il duro lavoro, il coraggio e la determinazione, sia realizzabile raggiungere infinite opportunità. Sia possibile quindi raggiungere la libertà.
Peace & Love tra le strade di San Francisco
Agli inizi degli anni ’50 la città, ma soprattutto il quartiere di North Beach, diventò sede della famosa San Francisco Renaissance, una prolifica attività letteraria e poetica sfociata nella Beat Generation. Con artisti del calibro di Ferlinghetti, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, San Francisco diventò il fulcro dell’avanguardia poetica statunitense. All’inizio del 1960 però, il rialzo dei prezzi a North Beach, portò il trasferimento del gruppo beat e di artisti e musicisti, in una zona più defilata e decadente chiamata Haight-Ashbury. I creativi dell’avanguardia americana si fusero così con la nuova generazione rivoluzionaria, dando vita al movimento Hippie. Era il 1965 quando il quartiere di Haight-Ashbury divenne la dimora di tantissimi giovani in cerca di nuove ed emozionanti esperienze.
Un fulcro di artisti e bohémien pronti a condividere tutto, non solo la propria casa. Amore libero, uso di LSD e altre droghe psichedeliche, idee sociali e politiche emancipate fecero, degli anni ’60, un periodo di grandi cambiamenti iniziati a San Francisco, tra le vie colorate e allegre di questo incredibile ed iconico quartiere. Vennero avviate attività mai viste prima, come lo Psychedelic Shop di Ron e Jay Thelin, aperto in Haight Street il 3 gennaio 1966, che offriva un posto dove acquistare marijuana e LSD. Divenne tanto famoso in città e frequentato anche da artisti e musicisti, che il quartiere venne soprannominato “Hashbury”. Questo negozio assieme alla caffetteria Blue Unicorn, fu consacrato come uno dei centri comunitari più importanti di tutta la collettività hippie, rendendola di fatto, unita più che mai.
Summer of Love
Una serie di eventi accaduti ad Haight-Ashbury tra il 1966 e il 1967, trasformò la città californiana di San Francisco, nell’epicentro di una rivoluzione sociale e culturale senza precedenti. Il primo avvenimento fu il Love Pageant Rally, manifestazione che ebbe luogo al Golden Gate Park il giorno in cui l’LSD divenne illegale. Gli scontri nel quartiere tra polizia e ragazzi erano diventati insostenibili, la politica di repressione contro le droghe non era affatto ben vista dagli abitanti dell’ “Haight”. Tra tanta violenza si trovò così necessaria una protesta pacifica, più adatta alla cultura hippie. Uno degli ideatori della manifestazione, Allen Cohen disse: “Volevamo creare una celebrazione dell’innocenza. Non eravamo colpevoli di usare sostanze illegali. Stavamo celebrando la coscienza trascendentale. La bellezza dell’universo. La bellezza dell’essere“.
I manifesti pubblicitari dell’evento invitavano i partecipanti a “portare il colore dell’oro”, fotografie di santi e guru, bambini, fiori, flauti e tamburi, stendardi e bandiere colorate, incensi, simboli di pace e tanta gioia. In migliaia si presentarono all’evento, dove venne letta sul palco una dichiarazione d’indipendenza scritta dallo stesso Cohen e vennero invitati a suonare Janis Joplin e i Grateful Dead. Questo fu il preludio al grande evento successivo, lo Human Be-In del 14 di gennaio del 1967, che riunì sempre al Golden Gate Park, 30.000 persone focalizzando l’attenzione dei media sulla cultura hippie. Fu un evento di proporzioni incredibili, animato dalle idee chiave della controcultura di quegli anni, unendo fazioni filosofiche diverse tra loro che però avevano molti degli stessi obbiettivi.
Summer of Love
Parteciparono all’ -In oratori e poeti del calibro di Allen Ginsberg e Lawrence Ferlinghetti, co-fondatori della Beat Generation. Timothy Leary, il guru dell’LSD, polarizzò l’attenzione della folla con la sua famosissima frase Turn on, tune in, drop out cioè Accendi, sintonizzati, esci. Lo slogan è uno dei più ricordati dell’era della controcultura americana ed esortava le persone ad abbracciare i cambiamenti culturali attraverso l’uso di sostanze psichedeliche. Tra poesia, versi e liriche molti gruppi locali si sono esibiti sul palco: i Jefferson Airplane, una delle band pionieristiche del rock psichedelico. Immancabili i Grateful Dead dallo stile eclettico e nati proprio nella Frisco Bay degli anni ’60.
Summer of Love
I media nazionali rimasero stupiti dalla incredibile affluenza all’evento di pace a cui parteciparono persone di ogni età provenienti da tutta l’America. Fu in quel contesto che si coniò l’espressione -In per indicare un evento come ad esempio il Bed-In di John Lennon e Yoko Ono. E’ a seguito di questo incredibile raduno che le persone iniziarono a fare sentire la propria voce, dimostrando per ciò che non condividevano, mettendo in discussione le autorità. Da quel momento tutto cambiò, i giovani alzarono la testa con coraggio e sfrontatezza sfidando l’America dei genitori, consumistica e puritana. Quello che volevano comunicare al mondo era che la pace, l’amore, la libertà, dovevano e potevano essere le uniche vie per costruire un mondo migliore.
E dire che il boom economico di quegli anni offriva l’idea di un consumismo sfrenato, frutto dei gloriosi anni ’30, proponendo una felicità irreale, fragile e materialistica. Contro quel “credo” la comunità Hippie diede l’esempio concreto nel vivere una vita semplice, condividendo ogni bene, mangiando vegetariano per contrastare le industrie alimentari e chimiche. Era l’era della più famosa azione politica e culturale dei tempi moderni, il vero preludio alla Summer of Love.
1967 – Il tempo di un’estate
Era la primavera del 1967, la mobilitazione verso la Frisco Bay stava crescendo e gli studenti delle facoltà e delle scuole superiori iniziavano ad arrivare in massa ad Haight-Ashbury. La città di San Francisco veniva presentata alla radio e sui giornali come simbolo di un nuovo movimento di protesta, dimora ufficiale della controcultura nascente e della recente rivoluzione musicale. Il distretto, che fino a poco tempo prima era abitato da operai e classe proletaria, si era svuotato dai suoi vecchi inquilini, ripopolandosi di giovani venuti in pellegrinaggio, alla ricerca di una nuova vita sotto “i luminosi soli occidentali”. Così recita una canzone dell’epoca, perchè è proprio la musica l’espressione artistica che meglio descrive la Summer of Love.
I gruppi che presto incarneranno la colonna sonora del movimento hippie sono i Grateful Dead, i Jefferson Airplane, Country Joe and the Fish, i Big Brother and the Holding Company. La canzone San Francisco di Scott McKenzie lanciata il 13 maggio e simbolo di quella folle estate, raggiunse subito la cima delle classifiche musicali di tutto il paese, preannunciando con la nuova stagione, l’arrivo di un’onda colorata di amore ed ospitalità.
Se stai andando a San Francisco
assicurati di indossare dei fiori tra i capelli
Se stai andando a San Francisco incontrerai delle persone gentili là
persone gentili con i fiori tra i capelli
Summer of Love
E’ così che la California diventò per molti ragazzi un Eden: palme e cieli azzurri a scaldare le menti ed il cuore, un’isola felice dove ogni desiderio poteva diventare realtà. Una sorta di città ideale, un angolo di mondo protetto dalle ostilità, dove rifugiarsi aspettando una rinnovata pace universale. Il flusso di persone provenienti da tutta America fu di proporzioni talmente ampie che allarmò le autorità, determinate ad arginare l’arrivo di massa. Il 5 aprile si formò così il Consiglio della Summer of Love, capeggiato dai leader della comunità hippie tra cui figuravano i membri del SF Oracle, giornale clandestino capeggiato dal poeta Allen Cohen e i Diggers. Questi ultimi erano una delle comunità collettive più politicizzate e radicali della controcultura californiana di quegli anni.
Il Consiglio chiese alla città di dare il benvenuto all’ondata di giovani che nel periodo estivo avrebbero raggiunto la città. Fu così che tra il 16 e il 18 giugno si svolse il Monterey Pop Festival a cui parteciparono 200.000 persone, uno degli apici storici del movimento hippie, precursore dell’ancora più famoso Festival di Woodstock svoltosi 2 anni più tardi. Fu così che l’inizio ufficiale della Summer of Love venne fatto coincidere con il solstizio d’estate. Un vero e proprio evento che durò mesi, il tempo di un’intera stagione durante la quale, vennero fatti servire nel quartiere di Haight-Ashbury pasti gratuiti, così come gratuite erano le droghe. I Diggers allestirono addirittura un piccolo ospedale anch’esso gratuito, per soddisfare le esigenze mediche dei partecipanti.
Dai Diggers ai Beat, passando per Whitman e il rock psichedelico
Quella fu un’estate di sballo e confusione, di criminalità e degrado, di ricerca del proprio posto nel mondo e di amore libero. Ma più che mai fu un’estate prolifica a livello artistico e culturale, dove l’importanza dell’elemento teatrale trasformò ogni manifestazione pubblica in un vero e proprio happening. Per chi ha studiato l’arte del ‘900 questa parola è di enorme importanza. Attraverso uno spettacolo di colori, musica e danze, dove l’eccezionalità dell’evento è costituita dalla partecipazione all’evento stesso, si comprende il periodo storico che l’umanità stava vivendo negli anni ’60. La lotta al capitalismo e alla guerra si stava facendo non con i fucili, ma attraverso le arti visuali, le performance, dove l’impatto visivo era la vera forza. Il gruppo d’azione dei Diggers, oltre ad essere impegnati attivisti anarchici, erano soprattutto attori di Street Theatre, il teatro di strada.
Se si pensa che quelli erano anni in cui l’informazione non viaggiava veloce come ora, questi attori oltre a recitare si esibivano per fornire informazioni dove radio e tv non c’erano. I Diggers hanno organizzato eventi di teatro decisamente sovversivi, come guidare un camion di danzatrici del ventre seminude attraverso il distretto finanziario, invitando i broker a salire a bordo. Fu così che i lavoratori dell’alta finanza di San Francisco dimenticarono il loro lavoro, partecipando involontariamente ad una forma pacifica di protesta. Attraverso il teatro di strada dei Diggers nascono gli spettacoli di intrattenimento gratuito, fatto per chi non può permettersi di pagare il biglietto in un teatro tradizionale. Artisti degni di nota, che negli anni successivi ne hanno fatto parte, sono Robin Williams e David Bowie, solo per citare i miei preferiti.
Summer of Love
Il tentativo dell’arte è quello di tradurre in immagini, suoni, colori, parole l’esperienza allucinogena del trip, sì perchè ciò che definì la comunità hippie era proprio l’assunzione dell’LSD. L’idea diffusa era che l’assunzione di droghe potesse in qualche modo, ampliare la coscienza e la spiritualità dell’uomo. A galvanizzare le folle ci furono una serie di “guru” e sacerdoti della parola. Tra i più carismatici c’era Timothy Leary, professore di psicologia alla Berkeley sostenitore dell’uso dell’LSD, la cui ideologia gli valse però, l’esclusione dall’università. A mio parere, ancora più influente e duratura, fu l’influenza e il fascino dagli scrittori della Beat Generation, non a caso il loro centro nevralgico era proprio in città: la City Lights Bookstore, fondata dal poeta Lawrence Ferlinghetti.
L’influenza dei beat sul movimento hippie non può essere sottovalutata. Queste avanguardie, assieme, cercano di fondare una storia americana alternativa, tracciando un filo conduttore da Charlie Parker a Mohamed Ali, che andò contro il coinvolgimento militare degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam. Il tutto poi passò, come in un frullatore, per l’ideologia moderna di Walt Whitman. Proprio quest’ultimo incarnava e lo fa tutt’ora, il vero spirito democratico, quello voluto fortemente dai giovani della Summer of Love. Lo stile “vagabondo” della poetica di Whitman venne ripreso proprio da autori beat come Allen Ginsberg e Jack Kerouac . Lo stesso Ferlinghetti si definì come parte della “selvaggia prole” del poeta, tanto che la sua opera Starting from San Francisco (1961) è un chiaro riferimento a Starting from Paumanok di Whitman.
Summer of Love
La vita all’aria aperta, il voler essere a contatto con la natura ascoltando la voce interiore della Madre Terra, la forte resistenza all’ascesa del capitalismo da parte degli Hippie, sono un ritorno alla corrente trascendentalista incarnata nel 1800 da Henry David Thoreau. Negli anni ’60 Thoreau infatti, divenne un simbolo del dissenso americano, un anarchico contro la guerra, un teorico della disobbedienza civile. Ad un secolo dalla sua morte il naturalista diventò un vero simbolo di svolta, un’icona per il movimento hippie, gettando le basi della corrente ambientalista degli anni ’70. A San Francisco non si riversarono solo giovani bohémien e attivisti politici, molte rock band presero casa qui: Grateful Dead, Jefferson Airplane, The Who e artisti come Jimi Hendrix, Santana e Janis Joplin. Questi iconici musicisti portarono con loro il suono del cambiamento tanto che la musica, dopo l’Estate dell’Amore, non fu più la stessa.
Il San Francisco Sound era intriso di sperimentazione e psichedelia mentre le strade del distretto erano le vere ispiratrici delle canzoni di grandi artisti del rock. I Jefferson Airplane sono stati i pionieri di questa ondata di trasformazione, maestri delle esibizioni live intense e penetranti. I Grateful Dead contribuirono a far conoscere a tutta l’America la scena culturale del quartiere di Haight-Ashbury. Le esibizioni di tutti loro erano permeate del suono da brivido del basso elettrico, esplosive e con testi allucinogeni che parlavano di sesso, droghe e cambiamento sociale. Janis Joplin è stata a mio parere, la voce indimenticabile della Summer of Love. Come cantante dei Big Brother e della Holding Company, con il suo graffio vocale la First lady del rock, ha cantato le sue canzoni piene di struggimento e soul durante le manifestazioni al SF Park.
Summer of Love
Inni iconici come California Dreamin‘ dei Mamas and the Papas, White Rabbit dei Jefferson Airplane, Get Together dei Youngbloods hanno attraversato l’aria tra le strade di Haight-Ashbury, entrando nelle vecchie e fatiscenti case condivise, tra le coperte sporche e i sudici materassi. Perchè è così che era realmente la San Francisco della Summer of Love, come la descrive Pamela Des Barres in Sto con la band, libro icona che ho letto almeno 10 volte. Con voce diretta racconta il fenomeno delle groupie di quegli anni, che per seguire il loro artista preferito, viaggiavano mezzo mondo. Eccola che dalla sua L. A. sbarcò a San Francisco, tra le comunità del Flower Power, dove i ragazzi erano vestiti con dei sudici jeans e le ragazze: “nascondevano i loro peccati sotto chilometri di stoffa.“
“Ma la sensazione di essere un tutt’uno pervadeva l’aria e anche io mi fusi con la coscienza di massa come se fossi stata partorita nella Clinica della Libertà.” Il profumo di marijuana pervadeva l’aria mentre “Haight- Hashbury aveva l’odore di un bastoncino di incenso grande come una sequoia, mentre mi inoltravo in quel selvaggio ammasso di pacifica umanità.” Fu così che dopo mesi di concerti, raduni, feste e spettacoli teatrali il quartiere perse la sua luce iniziale trasformandosi in una zona di degrado e violenza. Il fervore iniziale e l’entusiasmo fu cancellato dall’arrivo dell’autunno, quando la maggior parte delle persone lasciarono la città. Venne allestito un funerale simbolico “The Death of the Hippie”, la morte degli hippie, un gesto emblematico a segnare il tramonto di quell’estate dell’amore.
Articolo di Lara Uguccioni
Summer of Love
Consigliato sulla pagina FB della Valigiagialla.it da Aldo Pedron, collaboratore giornalista per diverse testate “a base di musica”, il suo libro scritto a 4 mani con Maurizio Galli “L’ onda sulla baia. San Francisco: sound, poeti & Silicon Valley”. La descrizione è già bellissima, ve ne riporto qui una parte presa dal sito di Arcana Edizioni, dove si può anche acquistare:
“Questo libro è una dichiarazione d’amore per una città. A San Francisco, tra l’estate del 1965 e l’inizio del 1967, il quartiere di Haight-Ashbury diventa il cuore pulsante di una nuova filosofia di vita, basata su un concetto semplicissimo ma rivoluzionario al contempo. Un gruppo relativamente minuto di musicisti rock fornisce la colonna sonora per la bizzarra e nuova cultura diffondendone il linguaggio, i comportamenti e persino il modo di vestire, in pratica cambiando per sempre le regole del gioco fin lì conosciute.” Prefazione di Carlo Massarini. Postfazione di Omar Pedrini.
Fonti:
www.theculturetrip.com
Altre foto: Pinterest – Frank Dimarco – Archivio Gene Anthony/David Smith – BBC
Sempre interessante leggere di pagine di storia e rispolverare vecchie nozioni scolastiche. San Francisco mi attira parecchio ma ancora non sono riuscita ad organizzare nessun viaggio negli Stati Uniti.
Beata te Veronica che hai studiato questa epoca a scuola, io ne ho avuto un assaggio e solo dal punto di vista artistico e all’Università, non prima. Per fortuna sono curiosa e da sola ho letto e studiato tutto ciò che potevo, mi piace la storia degli Stati Uniti, soprattutto quella contemporanea.
San Francisco è nella mia lista da parecchio ma poi finisco sempre per scegliere altre destinazioni. Diciamo che tu mi hai dato una forte spinta a prenderla seriamente in considerazione.
San Francisco ne vale assolutamente la pena 🙂
Non sono riuscita ad arrivare a San Francisco, durante il mio viaggio on the road negli States, e me ne rammarico spesso. Sarebbe stata la degna conclusione di un viaggio epico. Leggendo questo articolo ho ben deciso che è ora di tornare in America e di vedere quel che in passato non sono riuscita a visitare,
Io Annalisa ci sono stata ma è tempo anche per me di tornare. Ho ancora tanto da vedere, i giorni purtroppo sono stati solo di 24 h!
Certo che doveva essere incredibile quel periodo storico a San Francisco! Sicuramente una città super interessante e magnificamente suggestiva!
Un pezzo di storia contemporanea impostante. E’ un momento che mi affascina parecchio, quello americano degli anni ’60 fino al ’90.
Hai scritto un articolo molto interessante, rendendo appieno lo spirito di questa città. Io la adoro, e non mi meraviglia che sia stata protagonista di tanti eventi culturali!
Bella San Francisco! La adoro anche io Teresa, grazie mille del complimento, sono felice ti sia piaciuto l’articolo, anzi adesso lo metto in evidenza, perchè “l’estate dell’amore” se lo merita 🙂
L’estate dell’amore… ma che bella storia! Non la conoscevo forse perchè sono troppo giovane, ma non ne sapevo nulla. Adesso voglio andarmi a leggere qualcosa, mi hai messo tanta curiosità 🙂
Ci sarebbe molto da dire su questo aticolo che ho apprezzato tanto tanto, hai ripercorso un’epoca fantastica, dove si osava per avere e che avevo come inno la vera libertà
Ciao Bru! E’ un argomento complesso su cui ci sarebbero tante altre cose da dire, ci vuole un libro perchè un solo articolo non basta di certo. Sono cresciuta con la musica della psichedelia nata negli anni ’60 e nel mio piccolo di ragazzina, avrei voluto essere anche io lì con loro in quei giorni di protesta pacifica. Mi sembrava un buon argomento per chiudere l’estate, magari anche noi potremmo imparare che abbassare sempre la testa non ci porterà lontano.
Prima del mio primo viaggio a San Francisco avevo letto alcuni articoli sulla storia dei figli dei fiori e della comunità hippies degli anni 60/70 di questa città, ma non avevo mai approfondito l’argomento. Ottimo articolo, grazie.
Grazie a te Cristina che sei passata qui 🙂
Bellissimo ed interessante articolo. Conoscevo a spizzichi e bocconi la storia hippie di San Francisco, ma non tutti i particolari e richiami storici da te illustrati. Un incredibile cambio generazionale, una svolta di ribellione alle rigide regole del post guerra. Mi sono persa tra i gli artisti, tra le salite e le discese di questa bellissima città.
Anche io trovo questa città meravigliosa, per com’è oggi e per la sua storia passata. Credo sia la mia preferita, anche se adoro NY per altri motivi…dovrò tornarci prima o poi, ci sono tante cose da vedere e rivedere!