Scozia,  Si fa per parlare

Outlander e fantasmi a Falkland nel Fife, Scozia

Il saggio dice “non c’è due senza tre” e chi siamo noi per contraddirlo? Eccoci quindi arrivati al terzo capitolo del nostro viaggio in Scozia, alla ricerca di fantasmi e non solo. Sì perchè questa volta il nostro Ghost Tour “alla romagnola” ci porta in un luogo legato ad inquietanti storie di spettri, ma anche di antichi rituali ed escursioni temporali. Sarei monotona se la cosa finisse qui, infatti vi parlerò di una località fissata a doppio giro di nastro adesivo con quella che, negli ultimi anni, è una delle saghe più gettonate a livello internazionale. Sto parlando di Outlander tradotto in italiano con “La Straniera” un romanzo uscito dalla penna dell’autrice americana Diana Gabaldon. La saga conta ad oggi 9 libri e parla delle vicende di Claire e Jamie, uniti da un amore che va oltre il tempo.

Da questi libri, il primo è stato pubblicato nel lontano 1991, è stata tratta un’avvincente serie tv dal titolo omonimo, arrivata alla settima stagione che si concluderà con la messa in onda in Italia entro il 2024. E’ da tale avvincente storia che parte il nostro itinerario, tra apparizioni e viaggi nel tempo, nonché dal primo episodio del drama romance Outlander e da una delle location dove è stata girata la serie. Per rimanere in tema “supernatural”, Paolo ed io abbiamo affrontato questo tour nei giorni a cavallo tra ottobre e novembre, quando si dice che il velo tra vivi e morti si assottigli per rivelare l’invisibile. Ebbene sì amici, ad Halloween, festa celtica delle più potenti, noi siamo in Scozia alla ricerca di fantasmi e leggende. Perchè siete andati alla scoperta di attività paranormali proprio in questo periodo? Direte voi.

Outlander e fantasmi a Falkland nel Fife Scozia

Ve lo spiego subito: noi romagnoli siamo esploratori, curiosi e svegli, abbiamo i piedi ben ancorati al suolo, ma la testa sempre fra le nuvole. In più ci piace l’aria frizzantina della vecchia Scozia e con il soprannaturale siamo vecchi amici, non ne abbiamo paura anzi, ci andiamo a cena fuori!

Con Claire e Frank nella vecchia Falkland

piazza della cittadina di Falkland

E’ la fine di ottobre del 1945 e la Grande Guerra è finalmente finita. Tornati dal fronte, l’infermiera Claire e suo marito Frank Randall decidono di realizzare la loro seconda luna di miele. La prima non è stata un gran che, dato il conflitto sanguinoso che si stava svolgendo e che avrebbe coinvolto lei come infermiera e lui nei servizi segreti britannici. Felici ed appassionati, dall’Inghilterra partono per arrivare nella lontana Inverness, tra le terre alte della Scozia. La coppia alloggia in una piccola locanda nella piazza principale e mentre Claire esplora la graziosa cittadina, Frank va alla ricerca dei suoi antenati, originari di quei misteriosi luoghi. E’ così che inizia il libro e la prima puntata della fortunata serie tv Outlander, “La straniera”. Quella che tuttavia nella finzione chiamano Inverness è nella realtà una location ben diversa.

Non c’è da stupirsi se gli sceneggiatori hanno deciso di girare le scene ambientate nel 1945 a Falkland, uno dei borghi più belli e antichi della Scozia. Ancora oggi questo luogo conserva un fascino mistico legato ad un trapassato remoto oscuro, come pure alla storia della famiglia reale degli Stuart. Non mancano inoltre le leggende locali, trame tessute tra le pietre dei vecchi edifici e le colline circostanti. Non a caso la locandiera che ospita Claire e Frank, la gioviale Mrs. Baird, racconta loro alcuni riti tipici del periodo di Ognissanti, in cui è ambientata la prima puntata. Davanti all’ingresso infatti la signora ha versato del sangue di gallo per tenere lontano gli spiriti maligni. La Baird è una donna socievole, rubiconda, che ama parlare e non credo sia un caso se il suo nome in gaelico significhi “menestrello”.

Non lo sapevate vero? Ebbene ho scoperto che esiste un Wiki Outlander dove scovare certe informazioni. Il web è pieno di sorprese!

scena del film Outlander

Come altri abitanti della zona, anche lei è superstiziosa e segue questi macabri rituali pagani, nonostante sia una frequentatrice della Chiesa. La finzione non si distacca dalla realtà, ancora oggi da queste parti le consuetudini pagane regolano la vita di tutti i giorni, anche se personalmente e fortunatamente, non ho visto sangue in giro. Diana Gabaldon, la scrittrice la cui mente ha creato questa storia così appassionante, deve conoscere bene le festività celtiche i cui riti sono, alle volte, semplici divinazioni mentre altre, scavano nel profondo della magia più oscura. Ad esempio, un classico rito di divinazione che si teneva nelle giornate a cavallo tra ottobre e novembre, riguardava le mele.

In un catino abbastanza grande si immergevano alcune mele e la prima persona che ne riesciva a mordere una, si sarebbe sposata entro l’anno seguente. Nella notte di Samhain era usanza seppellire alcune pietre nella terra. Queste venivano ricoperte di cenere e lasciate incustodite per tutta la notte. Al mattino seguente se una pietra era stata smossa o rimossa, significava che la persona che l’aveva seppellita sarebbe morta entro la fine dell’anno. Decisamente macabro! Queste e decine di altri rituali vengono ancora praticati in tutta la Scozia, soprattutto nelle Highlands, le terre a nord di Edimburgo.

Fantasmi reali al Covenanter Hotel

paolo ed io a Falkland

Ma torniamo alla storia di Claire che diventa sempre più intricata man mano che le scene scorrono sullo schermo. Durante “una notte buia e tempestosa”, il marito Frank di ritorno da una ricerca, incontra quello che pare essere un fantasma. Un uomo in abiti tradizionali scozzesi si trova davanti alle finestre della camera di sua moglie, appoggiato alla grande fontana nel centro della piazza. Sta guardando proprio lei, con tale trasporto che, nonostante il buio e la pioggia, anche il povero Frank se ne accorge. Io mi dico: non c’è da stupirsi se si incontrano fantasmi in strada: è Halloween! Perchè non dobbiamo dimenticare che le vicende narrate sono ambientate nei giorni che precedono Samhain, la festa celtica più potente e paurosa dell’anno. Frank si spaventa parecchio e ha tutte le ragioni: di lì a poco la sua vita cambierà così come quella di Claire.

Ebbene la fontana e quelle finestre affacciate alla piazza esistono veramente e il bad & breakfast dove soggiornano i coniugi, pure. Infatti la guesthouse della signora Baird è nella realtà il Covenanter Hotel che, tra i suoi fantasmi, annovera niente di meno che uno spettro reale. Sto parlando di Mary Stuart, la Regina di Scozia, che pare ami manifestarsi nelle camere degli ignari ospiti a fianco dei loro letti. Ma se compri un hotel ricavato da un antico stabile e lo chiami Covenanter, non puoi aspettarti altro che uno stuolo di fantasmi a popolarne le stanze. Chi conosce qualche rudimento di storia antica scozzese, saprà infatti che i covenanters furono un movimento politico di ribelli, di religione presbiteriana, sorto in Scozia nel 17° secolo.

E fino qui nulla di strano se non che, ad Edimburgo, c’è un luogo spettrale che parla proprio di loro. Sto parlando ovviamente del cimitero di Greyfriars.

Paolo nella stessa posizione di Jamie nella scena del film Outlander

Ebbene in tre occasioni diverse ho visitato questo luogo e, per rimanere in tema, due erano il giorno di Halloween.

A parte questo piccolo particolare, tutto il cimitero, voluto e costruito proprio dai Covenanters, ha molto da raccontare. I ribelli infatti avevano bisogno di un luogo dove seppellire i loro compagni, morti nelle tante battaglie religiose. Ancora nulla di soprannaturale direte, se non che nel mio girovagare tra le lapidi ho trovato un cancello alquanto sinistro. Ebbene dietro alle pesanti sbarre vennero incarcerati, torturati e uccisi più di mille covenanters rivoltosi e oggi i loro fantasmi popolano ancora questo lugubre luogo. Nella Covenanter’s Prison avvengono fatti inspiegabili ed è per questo che i cancelli sono sigillati, aperti solo in rare occasioni per gli stomaci più forti. Proprio il 31 ottobre scorso, passeggiando nel cimitero ho notato un signore letteralmente attaccato alle sbarre in questione.

Credo stesse aspettando di vedere un anima aggirarsi nei meandri della prigione a cielo aperto, ma prima che accadesse mi sono data alla fuga. Meglio non sfidare la sorte. Torniamo però alla fontana a cui si appoggia il “fantasma” in Outlander, la cui identità verrà svelata nell’ultimo libro dall’autrice. Quest’ultima non è un’attrezzeria di scena, ma un’antica fonte di vera e solida pietra. La piazza è esattamente quella immortalata nelle riprese, così come i palazzi che vi si affacciano sonnolenti. Personalmente, appena arrivata a Falkland, l’emozione mi ha travolto. Sarà che ho letto tutti i libri, guardato la serie più e più volte, ma devo essere sincera: mi sono commossa. La scena che si presenta davanti agli occhi è la stessa impressa sulla pellicola così che il mio viaggio nel tempo ha inizio subito, appena messo piede tra i grigi edifici di pietra.

Covenanter Hotel a Falkland

Mi sono sentita come trasportata nel primo episodio di Outlander, in una piccola città remota degli anni ’40 immersa nella seduzione e nell’incanto delle Highland scozzesi. Non è stato un caso per me essere lì proprio nei giorni di Samhain, non poteva manifestarsi momento migliore per vivere quell’avventura cinematografica.

Dopo lo stordimento iniziale, un caffè e quattro chiacchiere con delle vere appassionate di Diana Gabaldon che mi hanno indorato scene e retroscena di quel primo episodio, mi sono messa alla ricerca della vera storia di Falkland. Questo posto incantevole è un vero borgo reale, titolo che acquisì nel 1458 per la presenza del Falkland Palace, residenza di campagna della famiglia degli Stuart. Giacomo IV fece costruire il palazzo, in tipico stile rinascimentale francese, per ospitare la corte reale che amava cacciare nelle vicine colline di Lomond. Fino al 1100 la costruzione era una modesta residenza di caccia, praticata nelle aspre terre del Fife.

Con i secoli assunse importanza e venne così ampliato per ospitare i reali, fino a diventare il grande palazzo che è oggi. Mary Stuart, chiamata da sempre The Queen of Scouts, amava trascorrere il suo tempo a Falkland e come darle torto. Il posto è proprio bellissimo e la campagna circostante, coperta quasi sempre da una leggera coltre di nebbia, è ciò che di più affascinante si possa vedere. Mary amava andare a caccia, praticare la falconeria e, udite udite, giocare a tennis. Pare infatti abbia fatto scalpore vestita con i pantaloni mentre correva dietro ad una pallina. Proprio al Falkland Palace la regina si fece costruire, nel 1539, il primo campo da tennis del Regno Unito che ancora oggi è visitabile ed in uso.

Sarà che la sua vita è stata a dir poco complicata e travagliata, sarà che in questa terra aveva trascorso i giorni più felici della sua vita, ma la figura di Mary Stuart è talmente ingombrante e allo stesso tempo suggestiva, da essere per tutti quelli che la conoscono, indimenticabile.

Se in vita Mary Stuart è stata una presenza inquietante, nella morte è diventata il fantasma più onnipresente della Scozia. Infatti non c’è castello o casa signorile che non sia infestata da Mary Queen of Scouts. Per non parlare dei castelli in Inghilterra, dove venne tenuta prigioniera. Partendo da quello di Stirling, una delle più grandi roccaforti scozzesi, dove Maria mandò a crescere il figlioletto Giacomo. Qui dicono che il fantasma chiamato “Pink Lady” dalle fattezze di una bellissima ragazza con un abito di seta rosa, sia la giovane Mary. Ma anche nel castello di Doune, di cui vi parlerò nel prossimo capitolo dei Ghost Hunters “alla romagnola”, pare ci sia la sua presenza così come a Houndwood House, negli Scottish Borders e al Castello dell’Ermitage, dove la Stuarda mise piede se non per poche ore.

Uno dei luoghi di ritrovo preferiti di Maria Stuarda durante la sua vita mortale fu però proprio Falkland Palace. Non c’è da meravigliarsi quindi se è tra queste mura e limitrofi, che vaga lo spettro della regina. Ma non c’è solo lei ad abitare il castello, questo luogo ha una storia turbolenta da raccontare, a cominciare dall’assedio di Rob Roy e dall’assalto delle truppe di Cromwell che lo distrussero parzialmente. Nel 1402 il duca di Rothesay, David Stuart, fu imprigionato tra queste mura e pare che dopo una breve prigionia, sia morto di fame. Curiosità nelle curiosità: l’appellativo di Duca di Rothesay era ed è il titolo ufficiale dell’erede al trono del Regno di Scozia. Spetta di diritto all’erede al trono britannico fin dalla nascita o dal momento in cui si diventa erede diretto, cosa che non vale per il titolo di Principe di Galles.

L’attuale erede lo conoscete: ad oggi il titolo è di William, il primogenito di Re Carlo.

Ma tornando al nostro David sembra che la sua anima si aggiri tra le mura e fa compagnia alla White Lady, che vaga per la Galleria degli Arazzi in attesa del suo amante perduto. I due non sono soli, oltre alla bianca c’è una dama grigia che cammina tra le rovine dell’ala Est e scompare attraverso un muro dove una volta c’era una porta. Insomma ad Halloween si può fare una grande festa solo tra fantasmi, io chiamerei Casper per organizzarla! Ma bando agli scherzi perchè in molti si sono spaventati guardando verso la finestra di una camera in particolare. Volti spettrali appaiono tra gli scuri della Queen’s Room, lo dice il guardiano a chiunque glielo chieda, e io ci credo!

L’hotel Covenanter è attiguo al palazzo di Falkland ed è stato costruito nel 1771. Un tempo, con ogni probabilità, al suo posto sorgeva un altro edificio, sicuramente parte del castello reale. Ecco spiegate le apparizioni nelle camere da letto degli ospiti dell’hotel da parte della nostra regina Mary. Gli abitanti dicono che ogni cosa a Falkland, “terra dei falchi” è permeata della sua essenza: la presenza di Mary è ancora qui e non solo nel Covenanters Hotel. La si percepisce ovunque, a palazzo come tra le campagne dove amava rifugiarsi facendo lunghe passeggiate. Un luogo spettrale direte voi. No, affatto. Io direi più carico di magia, come potrebbe essere una “terra di mezzo” alla maniera di Tolkien.

In ogni angolo a Falkland puoi viaggiare nel tempo

Visitando il piccolo paese non mi stupisco di certo che proprio questa è stata considerata idonea come location per Outlander. La saga parla di un amore che supera i confini del tempo e Falkland è esattamente così: inattuale, meravigliosamente antiquata, fuori moda e soprattutto carica di un fascino senza tempo. E’ per questo che è diventata una delle mete più visitate in Scozia dai turisti, ma ovviamente anche dagli appassionati della saga che so essere davvero tantissimi in tutto il mondo. La fontana al centro di High Street si chiama Bruce Fountain, progettata da Alexander Roos nel 1856. A renderla particolare sono i quattro leoni rossi, uno su ogni angolo, che portano degli scudi raffiguranti i simboli del villaggio.

Sia la fontana che la chiesa, Falkalnd Parish Church sono state volute da Onesiphorus Tyndall Bruce, custode del palazzo e del villaggio nel 1800 circa. Come dicevo, è proprio a fianco alla fontana che appare Jamie Fraser, l’anima gemella di Claire, colui che rappresenta l’amore che non conosce confini, neanche quelli del tempo. Ancora non si sa bene però cosa stesse a fare lì un uomo nato nel 1721, è un mistero che ci rivelerà la Gabaldon nell’ultimo libro. Nel frattempo girovaghiamo per il paese, dove negozietti particolari si alternano a gastronomie che mi fanno venir voglia di far colazione per la seconda volta. Mentre mi bevo un caffè al Coffee Shop di Campbell, Gabriella, romana di nascita ma scozzese di adozione (viene qui almeno 5 volte all’anno) mi racconta che questo baretto è stato l’ennesima location in Outlander.

Nella seconda stagione Falkland riappare di nuovo come Inverness, ma questa volta sono gli anni ’60. 

Nella prima serie infatti, la Campbell’s Coffee House era raffigurata sullo sfondo come un negozio di generi alimentari degli anni ’40, ma nella seconda è un negozio di tè degli anni ’60. Questi viaggi temporali mettono fame a Paolo che entra per uno spuntino, mentre io mi faccio un selfie da brava mummia della Generazione X, per poi guardare la vetrina del negozio a fianco, che attira la mia attenzione. Non faccio in tempo a fare una foto che voci fuori campo mi indicano la bottega di articoli da regalo Fayre Earth Craft Shop. E’ questo il negozio di mobili di Farrell, dove Claire si ferma a guardare un vaso blu nella vetrina. Una scena che non so perchè mi è rimasta impressa, neanche fosse quella di Ghost dove un giovane Patrick Swayze forma vasi di terracotta eclissando con la sua sensuale bellezza la dimessa Demi Moore.

Ma non andiamo fuori tema, perchè questa piccola bottega ha veramente qualcosa di magico al suo interno. Per fortuna la Scozia ha ancora negozi unici dove poter acquistare regali oppure oggetti di artigiani locali. Sembra non essersi omologata ai luoghi dove l’acquisto di massa ha reso tutti i negozi noiosi contenitori di souvenir dozzinali in plastica. E’ una gran fortuna questa, perchè curiosare all’interno del Fayre Earth è un’esperienza nell’esperienza. Ebbene quadri d’autori locali stanno tra maglioncini di lana di pecora e tazzine colorate, pezzi di vetro con all’interno cardi essiccati e coperte di vero tartan o patchwork cuciti a mano. Si può bere un caffè, ammirare i mille oggetti esposti e magari sedersi fuori tra le ochette di fil di ferro scrutando la piazza semivuota di Falkland.

Paura dei fantasmi? La storia di Maria ne fa di più!

Allora, vi ho spaventato questa volta, oppure no? Io non credo, questa terza puntata è stata all’insegna di viaggi nel tempo, serie tv e pochi fantasmi, ma sappiate che la Scozia ha talmente tanti luoghi intrisi di mistero che i nostri ghost hunters “alla romagnola” non si fermano assolutamente qui. Valeva la pena però raccontarvi come la storia, il mistero e gli american drama si fondono alla perfezione tra le lande brulle e sperdute di questo ispido territorio, dove quelli come me, che amano il soprannaturale, adorano immergervisi. Vi lascio quindi, per il momento, con qualche curiosità sinistra ed efferata sulla vita di Maria Stuarda, come la chiamiamo noi italiani. Come è ben risaputo la sua vita è iniziata in modo difficile ed è finita ancora peggio.

Era il 1542 e Maria aveva solo pochi mesi quando fu consacrata regina, succedendo così al padre James V che morì, si crede, bevendo acqua contaminata. La madre, Maria di Guisa, la diede, nel vero senso della parola, alla Francia per assicurare la pace tra i due popoli, promettendo la piccola come sposa di Francesco II de Valois, futuro re. Al momento dell’unione, avevano 5 anni lei e 3 anni lui. Seguendo il principio “il nemico del mio nemico è mio amico”, questo contratto era solo l’inizio dell’alleanza che durò secoli tra Francia e Scozia, nazioni che avevano in comune l’odio per l’Inghilterra. I due ragazzi crebbero e si sposarono a circa 15 anni, ma non è dato sapere se il matrimonio sia stato mai consumato.

Infatti il piccolo Francesco morì un anno e mezzo dopo il matrimonio, così che Mary tornò al suo paese per adempiere ai doveri di regina di Scozia.

Mary voleva bene a Francesco e la sua vita passata praticamente solo in Francia, le mancava molto. La regina però doveva risposarsi e scelse un inetto belloccio che si rivelò un ubriacone manesco. Il secondo marito di Mary, Lord Darnley, era però geloso e stanco della crescente influenza del segretario privato di Mary, un italiano che senza dubbio era diventato l’amante della regina. David Rizzio (o Riccio) compositore e liutista italiano, era un cortigiano e amava sinceramente Maria. A causa di questo Lord Darney lo fece uccidere davanti agli occhi terrorizzati e increduli della moglie. Lei era incinta. Voci di corte dicono che Mary disperata e umiliata, fece uccidere il marito che nessuno in realtà, sopportava. Se Mary abbia avuto o meno una parte nella morte di Darnley, rimane però un mistero.

Quello che è sicuro è che David Rizzio ci ha lasciato uno delle composizioni più belle della storia di Scozia, Auld Lang Syne. Il titolo della celebre canzone può essere tradotto in italiano come “I bei tempi andati”, melodia nota anche come “Il Valzer delle candele”. Indimenticabile fu la raffinata interpretazione che anni fa ne seppe dare Milva. La melodia è stata suonata da icone della musica, sia rock che classica, da Hendrix a Louis Amstrong, da Frank Sinatra ed Elvis Presley sino a Rod Stewart e Mariah Carey. Una malinconica aria popolare, divenuta il simbolo stesso dell’addio, scaturita dal talento dello sfortunato liutista piemontese, il cui tragico destino si intrecciò indissolubilmente a quello di Maria Stuarda, regina di Scozia. Tutti la conoscono, ascoltare per credere:

Ebbene dopo un terzo deludente matrimonio, Maria passò il resto dei suoi giorni praticamente sempre e solo prigioniera, prima di Scozia poi d’Inghilterra. Dopo una reclusione di 20 anni e un rapido processo per tradimento, fu condannata a morte, tradita dalla sua stessa cugina Elisabetta. L’8 febbraio 1587, salì su un’impalcatura che era stata costruita appositamente per lei al castello di Fotheringay. Abbassò la testa al boia con dignità mentre 500 spettatori guardavano con orrore la lama che scese sulla sua testa più di una volta prima di decapitarla definitivamente. Deve essere stata una morte straziante, come quello che asseriscono i testimoni che parlano di un cagnolino nascosto tra le pieghe del suo vestito. Era il suo piccolo animale, colui che le aveva tenuto compagnia fino alla fine dei suoi giorni, sporco del sangue della regina e visibilmente agitato.

Il povero cane non lasciò il corpo di Mary nemmeno per un istante. Alla fine della sua vita, sembra che la cara e sfortunata Maria avesse ancora e almeno un amico fedele.

Articolo di Lara Uguccioni

Altri capitoli del nostro Ghost Tour “alla romagnola”…

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7 mesi fa

Maria regina degli Scoti ha avuto davvero una storia incredibile. Non conoscevo l’aneddoto curioso legato al tennis, per il resto questa figura mi ha sempre affascinato, fin da prima che andassi in Scozia

Francesca
Francesca
7 mesi fa

Mi è piaciuto tantissimo leggere intrecci di esperienze reali e letterarie/cinematografiche. Il Ghost tour alla romagnola è veramente avvincente. Non sono mai stata in Scozia ma anche solo il nome mi evoca fantasmi, misteri e cunicoli bui. Il cagnolino tra le pieghe dei vestiti mi ha straziato.

Silvia The Food Traveler

Non sono mai stata a Falkland, nonostante sia stata più volte in Scozia. Ad essere proprio sincera non lo avevo mai sentito nominare prima di oggi e, peggio ancora non ho mai visto Outlander – shame on me! Ora però sono molto curiosa: chissà se si trova ancora, magari in streaming?
Triste la storia di Maria Stuarda, una figura che mi ha sempre affascinato (ma non vorrei trovarmela di notte vicino al letto).

ANTONELLA
7 mesi fa

Mi sono appassionata alla storia della povera Maria di cui sapevo veramente poco. Falkland mi sembra un villaggio bellissimo e le storie di fantasmi mi appassionano, sarebbe bello tornare in Scozia e andarli a cercare nel frattempo mi guarderò Outlander….

Eliana
7 mesi fa

Non amo molto le storie di fantasmi anche se frequentando i castelli storici e le ville di questo genere ne ho sentite davvero di tutti i tipi. Non ho mai visto Outlander ma visto il io amore per la Scozia dovrei recuperarlo, o no?

Veronica
7 mesi fa

Non ho mai visto Outlander né ho visito la zona di Falkland però ammetto che Edimburgo e la Scozia in generale hanno già l’atmosfera perfetta per fantasmi e leggende. Andrei ad esplorare le zone che si dicono siano infestate da Mary Stuart tra le tante.

Annalisa Spinosa
7 mesi fa

Ci vuole ben altro per spaventarmi…pensa che il mio più segreto desiderio è incontrare un fantasma o almeno di avvertirne la presenza. Mi spaventano più gli umani sinceramente capaci di ogni crudeltà, che piccoli e indifesi ectoplasmi.

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