Scozia,  Si fa per parlare

I castelli infestati di Dunnottar e Urquhart in Scozia

E’ giunto il momento di affrontare il secondo capitolo del nostro ghost tour “alla romagnola” che ci vede protagonisti indiscussi del viaggio tra le Highlands scozzesi. Se come prima puntata ho parlato dei fantasmi e delle leggende al castello di Edimburgo e St. Andrews, è giunto il momento di addentrarmi nella storia delle terre ancora più a nord della Scozia. Partiamo infatti dalla soleggiata, sì proprio soleggiata, Edimburgo dove lasciamo a luglio 24 splendidi gradi, per avventurarci nelle terre selvagge “di mezzo”. I paesaggi incontrati sulla strada sono difficili da descrivere, di una bellezza unica e sorprendono anche l’occhio più distratto. In estate i campi di erica dipingono il panorama di un viola intenso, facendomi pensare di essere entrata con le mie scarpette rosse, nel libro di fiabe che leggevo sempre da bambina.

Il vento fa ondulare i fiori, lentamente, avanti e indietro, in un moto assurdamente bello e dannatamente ipnotico. La strada da percorrere è tanta come in ogni viaggio on the road che si rispetti, ma è difficile accorgersi del tempo che passa. Ogni valle, collina, brughiera selvaggia è ricoperto da heather, il leggendario e violaceo fiore di Scozia. C’è però un’altra varietà di erica, quella meno comune dal colore bianco candito e pare che, secondo una leggenda celtica, porti fortuna. Malvina, figlia del guerriero Ossian e personaggio creato dal poeta scozzese Macpherson, pianse a lungo a causa del suo amore perduto, Oscar, morto in guerra.

Pianse per lui, distesa su di un grande prato di erica e le sue lacrime trasformarono il fiore da viola a bianco. Appena successe il fatto magico, la ragazza enunciò: “Sebbene sia il simbolo del mio dolore, possa l’erica bianca portare fortuna a chiunque la trovi”. E noi, ovviamente, ci crediamo!

castelli infestati di Dunnottar e Urquhart in Scozia

Il Castello di Dunnottar, sul promontorio della paura

Percorriamo la costa orientale dove già abbiamo fatto tappa a St. Andrews e continuiamo dritto per Aberdeen, una città portuale che forse conta la popolazione più internazionale del paese. Su una strada secondaria a circa due chilometri da Stonehaven, ci fermiamo in uno dei posti più incredibili che io abbia mai visto. Davanti a noi, a picco sul freddo Mare del Nord, ci sono le rovine del castello di Dunnottar. Arroccati su una roccia alta 48 metri, questi drammatici ed evocativi resti in cima alla scogliera erano un tempo la fortezza inespugnabile dei Conti Marischal, una delle famiglie più potenti della Scozia. Immerso nella storia, il romantico ed inquietante castello è il paradiso dei fotografi, il sogno di un amante della storia e una destinazione turistica iconica per i visitatori di tutto il mondo.

Il castello ha svolto un ruolo di primo piano nella storia della Scozia dal tempo pre-celtico fino alle rivolte giacobite del 1700, grazie alla sua posizione strategica e difensiva. Pare sia il più antico forte abitato dai Pitti infatti il ​​nome “dun” nella loro pittica, significava “forte”. Difficile a dirsi da quanto tempo il sito fosse originariamente abitato, si ritiene che questo popolo pre-celtico stazionò qui a partire dal quinto secolo a.C. Alla fine del 300 d.C. San Ninian, un missionario paleocristiano, stabilisce un luogo di culto sul sito dove ora sorge il castello, convertendo i Pitti di Dunnottar al cristianesimo. Una serie di conquiste e disfatte si susseguono nel corso dei secoli, tra queste addirittura alcune delle vicende più suggestive attribuite al famoso William Wallace.

castelli infestati di Dunnottar e Urquhart in Scozia

Nel 1297 il patriota scozzese, che sicuramente ricordiamo in Braveheart, diede fuoco alla chiesa, all’originario castello in legno e all’esercito inglese che vi si nascondeva all’interno. In definitiva fece una vera strage, ma non è da perdonargliela, perchè non credo che il vero Wallace sia stato tanto bello quanto l’ammaliante Mel Gibson.

Atmosfere degne dell’Amleto di Shakespeare

L’anno più buio della storia del castello arrivò nel 1685 quando, nei suoi sotterranei, furono rinchiusi, torturati e uccisi 167 covenanters. Questi erano i membri del movimento politico e religioso contro la fede anglicana più famoso di Scozia, oppositori degli Stuart. Il periodo è noto come Killing Time, quando la tortura e l’esecuzione venivano usate per esercitare l’autorità reale contro i ribelli religiosi. Corre voce che di notte si possano sentire grida di dolore e terrore associate alle sofferenze sopportate da uomini, donne e forse bambini imprigionati nella Whig’s Vault. Il castello e la sua reggenza era ormai giunto alla fine quando, nel 1715, il conte Marischal si trovò dalla parte sbagliata della barricata. La sua colpa fu che prese parte all’insurrezione giacobita, venne condannato per tradimento, i suoi possedimenti confiscati e il castello smantellato.

L’antico baluardo inespugnabile che per oltre 400 anni dominò la penisola resistendo a ribellioni ed assedi, venne così ridotto in polvere dai soldati della nuova dinastia. Un luogo ancestrale quindi che, grazie ad un sapiente restauro dei nuovi proprietari, si erge oggi, seppur malandato, sul promontorio incantato. C’è da chiedersi come sia stato costruito, infatti l’unica strada che conduce al castello è un minuscolo viottolo serpeggiante, decisamente vischioso nei giorni di pioggia. Considerato che tutt’intorno c’è uno strapiombo che fa tremare le ginocchia anche ai fantasmi, meglio non avventurarsi senza una guida esperta. Una curiosità che pochi sanno: Dunnottar è stato la location di film straordinari come l’Amleto di Zeffirelli e Victor Frankenstein di Paul McGuigan.

castelli infestati di Dunnottar e Urquhart in Scozia

Ma tra queste rovine a fare paura, sono anche le numerose apparizioni soprannaturali raccontate da quello o quell’altro sventurato turista. Dunnottar è spesso descritto come uno dei castelli più infestati di Scozia, non solo per il senso ultraterreno di inquietudine che emana. Tra i suoi famosi fantasmi c’è la Dama Verde, una eterea Green Lady avvistata ormai innumerevoli volte quasi da essere considerata la nuova proprietaria del maniero. Nessuno si stupisce più quando vede la sua lunga ombra verde fluttuare lungo le mura interne del birrificio. Probabilmente la donna vaga alla ricerca dei suoi figli perduti, i Pitti che aimè, si convertirono al cristianesimo nel quinto secolo, lasciandola sola. Oltre alla Green Lady, lo spettro di un segugio vaga nei terreni del castello, forse è il cane da caccia di un occupante morto da tempo.

È stato anche segnalato che un uomo alto dall’aspetto scandinavo, si è introdotto nella sala delle guardie. Ciò potrebbe essere correlato al fatto che nel 9° secolo i vichinghi assediarono il castello e in quel frangente, il re Donald morì difendendolo. A volte si può vedere un soldato spettrale che veglia sul mare, forse sta ancora cercando gli aggressori vichinghi. Per queste leggende e per la sua posizione incantevole, Dunnottar vale sicuramente una visita. Le rocce sotto le vecchie mura hanno 440 milioni di anni e mentre guardi il mare all’ombra del mastio e visiti le stanze ristrutturate, sembra quasi di essere accompagnati dai vecchi fantasmi che qui dimorano. Ci sono molti castelli in rovina in Scozia, ma a parer mio, nessuno si erge al di sopra del castello di Dunnottar per pura maestà, meraviglia e bellezza.

Aberdeen e i misteri della St. Nicholas

Lasciato il magnifico maniero di Dunnottar, proseguiamo verso la città di Aberdeen. A poco più di 30 minuti di auto, la grande città famosa per il suo porto, non offre chissà quali meraviglie anche se, durante il nostro giretto in centro e per puro caso, una l’abbiamo scovata. Situata nel cuore del centro città, su Union Street, si trova la chiesa dorica di St. Nicholas, protettore dei marinai, con adiacente un piccolo cimitero. La chiamano Mither Kirk, termine medioevale che significa “chiesa madre” e pare risalga addirittura al 1157. Ci sono prove però che un’altra chiesa fosse situata sul sito ancor prima di allora. Nessuno sa quindi con certezza a che epoca risalga realmente la chiesa, ed è proprio qui che iniziano i suoi misteri.

La costruzione è incredibilmente sopravvissuta alla Riforma, all’incuria, agli incendi e persino a periodi oscuri in cui veniva usata per imprigionare sospette streghe prima che venissero bruciate sul rogo. Un luogo che nell’immaginario di noi cinefili, può essere una location perfetta per un vecchio telefilm de I racconti delle cripta. Mentre camminavo tra le lapidi, mi aspettavo infatti lo zio Tibia sbucare da dietro un sarcofago narrando le vicende che si susseguirono in tutti gli 800 anni di storia della St. Nicholas. Ovviamente oggi ci si fa poco caso, ma costruirono la Mither Kirk fuori dalla vecchia città, cosa decisamente insolita per il passato. “Erano più o meno campi verso ovest, eppure il kirk è stato costruito in quella posizione, il che è strano“, dice il dott. Winfield, storico, archeologo e capo del progetto di restauro.

Il cimitero dove le lapidi si muovono da sole

Gli scavi archeologici del 2006 portarono in superficie i resti delle mura del primissimo edificio, sicuramente antecedente al 1100. Hanno anche portato alla luce migliaia di scheletri umani dato che ogni volta che la chiesa si ampliava, lo faceva sul kirk (cimitero) a fianco. Questa chiesa ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella storia della città, gli scozzesi erano infatti soliti sancire accordi dentro i luoghi di culto. Stringersi la mano in una chiesa era molto più vincolante che farlo altrove, la Mither era quindi decisamente affollata per buona parte della settimana. All’inizio del 1400, ospitò al suo interno ben 30 altari diversi, dopo essere stata ovviamente debitamente ampliata.

La parte chiamata St Mary’s Chapel, usata in origine da un gruppo di donne devote al dolore della Madonna, dicono che sia intrisa ancora oggi, di quella stessa sofferenza. Chissà se c’è una correlazione, ma su uno dei muri c’è un anello di ferro a cui venivano attaccate le presunte streghe durante le torture. L’archeologo Winfield, in un’intervista che lessi poco tempo fa al giornale D.& J. Journal, disse che la stessa St Mary’s Chapel divenne una prigione, usata per detenere le streghe quando i processi erano in corso. Si parla della fine del 1590. La cappella è stata utilizzata anche per immagazzinare il patibolo della città e come mensa per i poveri. Negli anni ’80 era un negozio equosolidale chiamato FairTrade, non è la prima volta che vedo un’ attività commerciale o un bar in una chiesa scozzese.

castelli infestati di Dunnottar e Urquhart in Scozia

Passeggiando per il cimitero non avverto sicuramente nulla di metafisico, ma io non sono una medium, mi limito ad osservare e studiare ciò che mi sta intorno. Anzi, trovo il luogo veramente incantevole, complice la pioggia appena finita e il sole di luglio che donano all’erba un verde abbagliante. Questi luoghi sono rigeneranti, nel tipico stile scozzese, dove è possibile passare un pò di tempo nella tranquillità pur essendo ad un passo dalla strada principale. Se si vuole trovare una lapide, pare che qui sia impossibile, o meglio, il giorno dopo potrebbe essersi spostata. Ebbene sì, così dicono gli abitanti di Aberdeen, descrivendo il kirk, come luogo decisamente ultraterreno. Io però una lapide l’ho trovata, tra le centinaia che vi si incontrano.

Da grande fan di “Outlanders”, mi è saltata agli occhi l’incisione nella pietra che recita “in nome di James Fraser”, omonimo del protagonista della serie. Non potevo non fargli una fotografia, se non altro perchè sono partita per la Scozia proprio a causa sua!

Tesori e mostri marini sul Loch Ness

Dalle streghe di Culross alle navi fantasma di Inveraray, passando tra pifferai e cavalieri spettrali avvistati in ogni regione, la Scozia conta innumerevoli leggende legate al soprannaturale. Nessuna terra da me conosciuta ha così tante descrizioni accurate di spiriti ed entità sospette, tranne forse il Giappone, dove anche lì non scherzano affatto. Arrivati nella città di Inverness Paolo ed io depositiamo i bagagli per iniziare l’ennesima avventura, questa volta a caccia di mostri. Si perchè siamo vicinissimi a Loch Ness, terra di Nessie, il famoso mostro marino che dicono si aggiri tra le acque salmastre di questo immenso e misterioso lago. Non potevamo che prendere un traghetto per l’esplorazione da vicino delle acque.

Mentre scatto foto e mi godo lo splendido ed insolito sole scozzese, davanti a me compare come per incanto, uno straordinario castello. Se ci fosse stata della nebbiolina, per intenderci quella che spesso sale dalle acque salmastre, avrei pensato che le rovine fluttuassero a mezza altezza, tipo Il castello errante di Howl. Arroccato su una collina, il castello di Urquhart ha più di 1500 anni, custodisce il Great Glen, uno dei pochi percorsi naturali delle Highlands scozzesi e ha una lunga storia da raccontare. Nel sesto secolo questa posizione strategica fu fortificata dagli ormai celebri Pitti, ma la fondazione dell’attuale castello non avvenne fino al 13° secolo, quando il re Alessandro II si rese conto che aveva bisogno di gente affidabile per proteggere il Great Glen.

castelli infestati di Dunnottar e Urquhart in Scozia

La pace però non si addiceva al castello di Urquhart e in poco tempo venne coinvolto nelle guerre d’indipendenza scozzesi. La fortezza passò così di mano in mano, mentre gli scozzesi e gli inglesi lottavano per il controllo delle roccaforti più importanti del paese. Una volta terminate le guerre d’indipendenza, non significò che il castello di Urquhart fosse al sicuro. Loch Ness era un ambito baluardo e gli eserciti ribelli di Mac Donald attaccarono regolarmente il castello. L’area fu assegnata al clan Grant sulla base del fatto che avrebbero riportato l’ordine nelle campagne e difeso Urquhart dai nemici. Le cose però non andarono troppo bene per i nuovi difensori, perchè in pochi anni i Grant persero il maniero. Chi soffrì di più per la faida tra i Mac Donald e i Grant fu un giovane bardo che, per sua sfortuna, si innamorò della figlia del capo del clan Grant.

Lui era un MacDonald, un pò alla Romeo e Giulietta quindi, e una volta imprigionato nelle segrete del castello, fu processato per accuse infondate. Durante la sua detenzione scrisse innumerevoli versi e compose strazianti canzoni che romanticizzavano la sua stessa vita e la cattura. Proprio come nella tragedia di Shakespeare, anche qui non c’è nessun lieto fine. Il ragazzo fu infine ucciso sulla forca, ma la sua morte gli valse un’eterna reputazione come eroe popolare locale e la melodia delle sue canzoni, risuona ancora in ogni pub delle Highlands.

Il famigerato oro di Bonnie Prince Charlie

Da Urquhart pare ci siano stati innumerevoli avvistamenti della preistorica Nessie, o chi per lei, ma le strane creature di Loch Ness non sono l’unica leggenda associata a questo oscuro specchio d’acqua. Gli Highlander chiamano le grigie rovine Castello di Strone e credono che due misteriose celle siano scavate nella roccia sottostante. Dicono che una è servita per nascondere un tesoro mentre l’altra è sigillata. Nessuno ha mai osato aprire la seconda stanza, perchè la leggenda narra che una spaventosa pestilenza si libererebbe all’apertura. L’inverosimile potenza spopolerebbe il paese, uccidendo come è ovvio, per primo, la mano temeraria che ha aperto la porta della sua prigione. Così il timore di liberare un così terribile flagello ha soggiogato anche l’avidità dell’oro, e la camera adiacente al tesoro rimane ad oggi, inviolata.

Questa storia del flagello l’ho già sentita, nell’antico Egitto va di moda da milioni di anni, ma a scanso di malocchi e fatture, io non mi azzarderei mai a toccare nulla. Come si dice a casa mia, meglio un fantasma in casa che la peste alla porta. Ovviamente sto scherzando, non abbiamo detti a casa mia, ma messeri datemi in pasto ai leoni se non dico il vero, quando affermo che esiste un’altra versione della storia. Ebbene, il famigerato oro potrebbe essere e qui rullo di tamburi, del giacobita Bonnie Prince Charlie, su cui non mi esprimo per rispetto agli Highlanders . Si dice infatti che la Spagna avesse finanziato l’esercito giacobita e sette forzieri di monete erano arrivate, dopo la sconfitta di Culloden nel 1745, nei pressi di Urquhart. Camminando camminando, le monete del principe avranno forse trovato casa al nostro castello?

castelli infestati di Dunnottar e Urquhart in Scozia

Tutto può essere, e dato che il livello di Loch Ness è salito di quasi 2 metri con la costruzione del Canale di Caledonia all’inizio del 1800, il tesoro attribuito, tra i tanti, anche ai Templari, è al momento accessibile solo dall’acqua. Come in ogni storia fantasy che si rispetti, ad oggi ancora tutto è il contrario di tutto e l’immaginazione supera la realtà. Lo sarà fino a quando qualcuno, durante una passeggiata estiva sulle rive del lago al limitare delle vecchie rovine, si imbatterà in uno strano portale di pietra ben nascosto dai rovi. La parola signori miei, va ai posteri.

Un’altra puntata si è conclusa

Il secondo capitolo del nostro ghost hunting “alla romagnola” è terminato, ma sappiate che ci sto prendendo gusto a raccontarvi queste storie stupefacenti e un pò inquietanti che tanto mi affascinano. Diciamo che è un altro modo per conoscere la storia e il territorio di uno dei paesi più belli della nostra Europa. Il mio primo viaggio in Scozia, lasciatevelo dire da una che ama sempre e solo gli States of America, è stato uno dei più sorprendenti e meravigliosi che io abbia vissuto. Ho esplorato una terra di una bellezza da cuore in gola e lacrime di emozione, ho conosciuto un popolo eroico e compatto come pochi ne esistono, per non parlare poi del cibo, sublime. Ma ciò che mi ha più conquistato sono state le leggende e la cultura arcaica che qui esiste ancora.

castelli infestati di Dunnottar e Urquhart in Scozia

La parola superstizione evoca purtroppo una connotazione negativa, data sappiamo da chi e che cosa, quando invece dovrebbe solo affascinare ed essere studiata ed analizzata nel suo contesto. Superstizione come folklore, come tradizione di ogni popolo, non come persecuzione: io sono una pacifista e penso che la cultura e il sapere siano la via verso la libertà. Non c’è altro posto al mondo in cui le più antiche credenze e magie si mescolino così bene alla vita quotidiana. Dato che siamo in primavera, ve ne racconto una legata al mese di maggio: il primo maggio era tradizione che le ragazze si lavassero il viso con la rugiada del mattino. A Edimburgo, folle di donne accorrono ogni anno all’Arthur’s Seat per compiere il rito che promette buona fortuna, vitalità e bellezza per l’anno nuovo.

È un’usanza pagana legata al popolo celtico, osservata in Scozia da secoli anche nelle grandi città. Superstizione? Sì ovviamente e rito che accomuna, unifica e fa sentire tutti parte della stessa terra e dello stesso ancestrale vissuto. Non ci trovo niente di male in tutto questo, e voi? Spero di no.

Articolo di Lara Uguccioni

castelli infestati di Dunnottar e Urquhart in Scozia

Felici ad Urquhart, assieme ai nostri fantastici compagni di viaggio

Altri capitoli del nostro Ghost Tour “alla romagnola”…

Da leggere con un pò di musica in sottofondo…

Fonti:
https://www.dunnottarcastle.co.uk/

foto dell’interno del castello di Dunnottar: www.traveling-savage.com
www.aboutaberdeen.com
www.pressandjournal.co.uk
www.hiddenscotland.co

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Daniela
1 anno fa

Ho letto questo articolo tutto d’un fiato! Sono appassionata di terre nordiche e di leggende, e da tempo sto tentando di organizzare un viaggio nelle highlands scozzesi. Dopo ciò che ho letto, sono certa che la mia prima meta sarà il Castello di Dunnottar…chissà, magari avrò la fostuna di intravedere la Green Lady o il soldato che vigila sul mare 🙂

Erika Vitamintrip
1 anno fa

Andrò in Scozia questa estate e non vedo l’ora, dopo aver letto questo articolo ancora di più! La trovo una terra affascinante e piena di misteri, di verità latenti sotto la superficie e mi intriga tantissimo!

Veronica
1 anno fa

Ho visitato il castello di Urquhart anni fa ma non sapevo della leggenda del famoso tesoro ormai in fondo al Loch Ness così come non conoscevo le altrettanti interessanti storie attorno agli altri luoghi scozzesi!

Arianna
Arianna
1 anno fa

Certo che la Scozia si presta proprio a questo clima noir, non l’ho ancora visitata e mi piacerebbe molto, luoghi ricchi di fascino e atmosfera, questi castelli e queste storie poi sono davvero intriganti

Cristina
1 anno fa

Che bello questo articolo, mentre lo leggevo mi immaginavo in Scozia percorrendo le terre che amo tantissimo. Ho visitato anch’io questi castelli e mi sono piaciuti tanto. Mi hai fatto venire voglia di tornare in terra scozzese, grazie per avermi fatto sognare!

Libera
Libera
1 anno fa

Le leggende scozzesi mi sono rimaste nel cuore. Ho apprezzato molto la possibilità di passeggiare nei loro cimiteri storici ma sono sincera, non so se ci entrerei di sera.

Eliana
1 anno fa

Sono stata sia a Dunnottar che a Urquhart e mi sono piaciuti davvero moltissimo come castelli! Dunnottar offre la possibilità di ammirare un panorama pazzesco mentre Urquhart è davvero una tappa obbligata se si ama la storia di questi luoghi!

Silvia The Food Traveler

Quanto mi piacciono le storie di fantasmi! Poi la Scozia si presta bene: da qualche parte avevo letto che è una delle zone d’Europa (o del mondo, non ricordo) più infestate, forse anche per la presenza di tanti castelli e dimore ora abbandonate. Ho visitato il castello di Dunnottar e anche quello di Urquhart, ma purtroppo non è successo niente di inquietante. O forse dovrei dire per fortuna?

Teresa
1 anno fa

Questo articolo devo assolutamente salvarmelo; guarda caso, stiamo programmando un fly and drive in Scozia e da amante dei castelli e delle leggende devo assolutamente visitare i castelli che hai descritto. Grazie per l’ispirazione!

Tamara Bonfrate
1 anno fa

Se mio marito leggesse questo articolo, da buon amante dei castelli e della Scoazia, partirebbe per la Scozia senza pensarci due volte.

Annalisa Trevaligie-Magazine

Questo itinerario sarebbe perfetto per me, amante del brivido e del mistero. Un pò meno per mio marito e mia figlia, che sono molto suscettibili e facilmente impressionabili. Io ad esempio dormirei tranquillamente in uno di questi manieri…se Si potesse!

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